Uno dei generi più schizofrenici, isterici e caotici mai concepiti dalla problematica mente umana è sicuramente il mathcore; poche band, tuttavia, riescono a padroneggiare a dovere certi impulsi di pazzia musicale al momento di scrivere brani coerenti. A tal proposito, ecco arrivare alle nostre orecchie i vicentini Days Of Collapse con il loro fiammante We Got This Far, disco composto da dieci canzoni tra le quali ce n’è una cantata in italiano.
Il brano d’apertura “Restart From The Scratch” è un’autentica esplosione di chitarre stridenti. Le ritmiche dissonanti sono l’elemento portante per tutta la durata del disco. Le radici hardcore della band sono abbastanza evidenti, soprattutto in pezzi come “Stay True” e “Nevertheless”. Tutti i brani, in generale, sono particolarmente caotici ma è ben percepibile l’impegno da parte del quintetto nel rendere il tutto fluido. Il brano più particolare, e che entra in testa più facilmente, è “Nell’Indifferenza”, caratterizzato da riff molto accattivanti. Le lyrics sono piuttosto nere e nichiliste, e in fin dei conti si sposano bene con l’atmosfera musicale.
We Got This Far è un album d’esordio sicuramente buono: va digerito e ascoltato più volte per essere apprezzato, anche perché è una bella mazzata tra i denti. La sezione musicale è sostenuta inoltre da un’ottima produzione. Niente di nuovo in ambito mathcore, ma ci sentiamo di consigliare il quintetto vicentino della Imminence Records a tutti gli amanti di queste sonorità caotiche in stile The Dillinger Escape Plan.
6.5
(Imminence Records, 2015)
01. Restart From Scratch
02. Escape The Rat Race
03. Borderline 25
04. Mass Effect
05. Misinformation
06. Nevertheless
07. Stay True
08. Nell’indifferenza
09. Keyboard Warriors
10. Reendez Moi