Da quando nel febbraio del 2004 hanno pubblicato Si monvmentvm reqvires, circvmspice, non si può negare il contributo dei Deathspell Omega nella scena internazionale. Con quel disco, la formazione francese ha iniziato a stravolgere il proprio black metal, aggiungendogli atmosfere dense e influenze avanguardistiche concepite in un intreccio tra composizioni dissonanti e violente, continuando queste sperimentazioni a più riprese coi successivi lavori. Col passare degli anni la complessità del loro stile non è passata affatto inosservata, e sono davvero numerose le band che in seguito ne hanno preso ispirazione a piene mani. A 18 anni da quell’album a dir poco seminale, è arrivata come un fulmine a ciel sereno l’uscita di The Long Defeat, con un preavviso tra annuncio e pubblicazione di soltanto un paio di settimane, e si nota subito come sia un ulteriore stravolgimento delle carte in tavola.
Dopo parecchi lavori in cui le dissonanze la facevano da padrona, in questo nuovo capitolo della loro carriera i Deathspell Omega le lasciano parzialmente in disparte pur continuando a sperimentare, con l’attenzione che si rivolge principalmente all’impatto atmosferico. Già l’opener “Enantiodromia” parla chiaro; un lavoro melodico raffinato apre le danze, e cresce supportato da una batteria incalzante, senza mai sfociare in un’offensiva diretta e spietata. Immediatamente si nota il concetto centrale di The Long Defeat: l’evoluzione. Dopo più di venti anni di attività, e molti dei quali passati a riscrivere l’approccio più schietto e ricercato al black metal, è comprensibile voler svoltare pagina, e non si poteva scegliere partenza più lampante per farlo, mostrando vividamente le proprie intenzioni. Una volta appurato che no, questo disco non sarà un Paracletus 2.0, ma siamo in una fase diversa della carriera dei francesi, si può proseguire con l’ascolto. I vari brani appaiono come un crescendo, che curiosamente non parte con composizioni più ricollegabili a quello a cui si era abituati per man mano allontanarsene, bensì il contrario. Nei primi pezzi l’aggressività è sempre contenuta, e ciò che sale in risalto sono le melodie, che sfociano anche in alcuni assoli ben inseriti nel contesto, fino a quando si arriva a “Sie sind gerichtet!”, esplosione furiosa in cui è più chiaro il legame col passato. La veemenza non cala, però cambia la propria conformazione con la conclusiva “Our Life is Your Death”, brano coinvolgente e abbastanza inatteso, pur mantenendo delle connotazioni enigmatiche. L’album va ascoltato più volte, naturalmente, per comprenderne tutte le sfaccettature e apprezzarlo al meglio. La minore complessità rispetto ad altri lavori non deve indurre a un approccio approssimativo nei confronti dei circa tre quarti d’ora di musica, in cui si ritrovano richiami a diversi gruppi di rilievo dell’ultimo decennio come Kriegsmaschine e più vagamente Schammasch, ma senza mai perdere di personalità.
The Long Defeat segna l’inizio di una nuova era della carriera dei Deathspell Omega, e non è un lavoro di cui va premiata solo la determinazione nel compiere questo cambiamento affatto scontato, ma anche la sua riuscita è intoccabile. La band francese si è confermata un punto di riferimento per la scena black metal internazionale, e anche cambiando le carte in tavola la sostanza non cambia. Da citare anche la presenza di diversi ospiti come cantanti: al solito Mikko Aspa, la cui performance in questa sede è molto convincente, si uniscono M. di Mgla e Kriegsmaschine e Mortuus di Funeral Mist e Marduk. La varietà anche delle parti vocali è un altro punto a favore del disco, a completare una proposta pregevole sotto ogni punto di vista.
(Norma Evangelium Diaboli, 2022)
1. Enantiodromia
2. Eadem, Sed Aliter
3. The Long Defeat
4. Sie Sind Gerichtet!
5. Our Life Is Your Death