Defeated Sanity: un nome, una garanzia, una di quelle band il cui solo moniker è sinonimo di qualità e costante miglioramento nel tempo. Certo, vogliamo tutti dischi di spessore, ma una sequela di pubblicazioni quasi gemelle in contenuto e struttura (a cura di band ostentatamente adagiatesi sui propri allori) alla lunga stanca. Ed ecco che a fuggire ogni dubbio del genere pensa il quintetto tedesco: forse il primo caso documentato nella storia del death metal di split con se stessi. Perché questo sostanzialmente sono i quarantacinque minuti di Disposal of the Dead e Dharmata, due facce diametralmente opposte della stessa medaglia.
Abbandoniamo l’idea di unire diverse influenze in una brodaglia sì originale, ma concettualmente poco sensata; percorriamo la strada della specializzazione, invece, e dividiamo in due: Disposal è puro, duro e crudo brutal death in piena tradizione Defeated Sanity, dai tremendi bombardamenti slam di riff che avanzano come carri armati sotto la mitragliatrice dello snare di Lille Gruber, drummer secondo (in stile e forma) solo al canadese Flo Mounier dei beniamini di genere Cryptopsy. Dharmata, d’orientamento opposto, si configura come squisito tributo alla primogenita scena death floridiana; frequentissimi i rimandi a Death, Atheist, Nocturnus e Pestilence, tanto che più di una volta viene da chiedersi se ci si trovi per sbaglio nel mezzo di The Sound Of Perseverance o Testimony of the Ancients. Si conti che, per rimanere il più fedele possibile a questa idea di “omaggio spirituale”, la band ha persino deciso di cambiare vocalist per questa parte di disco, avvicinandosi con Max Phelps (ex Cynic, tra gli altri) ad uno stile graffiante à la Kelly Schaefer(Atheist).
Obiettivamente la prima metà di questo LP risulta meglio riuscita, probabilmente a causa della grande familiarità del quintetto tedesco con il genere proposto, risultando eccellente aggiunta al catalogo brutal death di qualsiasi appassionato. Dharmata si dimostra un esperimento riuscito, paradossalmente originale considerata la proposta, e si inserisce sorprendentemente bene nel contesto.
Ed ancora con un paradosso concludono dunque i Defeated Sanity: bene reinventarsi, ma non troppo.
(Caroline Records, 2016)
1. Remotio Mortorum
2. Into the Soil
3. Consuming Grief
4. Generosity of the Deceased
5. Suttee
6. The Bell
7. Dharmata
8. The Mesmerizing Light
9. At One With Wrath
10. The Quest For Non-Existence
11. Return To Samsara7.5