Con i primi quattro album pubblicati tra 2010 e 2017 i Der Weg einer Freiheit hanno fatto progressi notevoli nella scena prima locale e poi internazionale, con un black metal che ben contrappone la furia con melodie instancabili che ormai sono un loro tratto caratteristico. A partire dall’omonimo debutto del 2010, ancora a tratti acerbo ma valido e sfacciato apripista della carriera, fino all’ultimo Finisterre (2017), loro massima espressione musicale, è udibile nelle loro composizioni una crescita solenne. Quattro dischi, cinque considerando anche l’EP Agonie (2011), senza passi falsi, con cui si è affinato uno stile ormai riconoscibile, non particolarmente seminale o innovativo se si analizzano in generale le diramazioni del black metal che si sono sviluppate negli ultimi decenni, ma con una sua identità ben precisa.
Presentare il contesto nel quale la band arriva al quinto capitolo della propria carriera, questo Noktvrn uscito da poco sempre per Season of Mist, è necessario vista la strada intrapresa che si può sentire nei sette pezzi che lo compongono. Nei precedenti lavori i Nostri hanno modellato un sound ben preciso senza stravolgerlo, mentre in questa sede si sente la volontà di un’ulteriore evoluzione, un passo in avanti per aprire un nuovo capitolo della propria carriera. Questo stravolgimento non è ancora trascendentale, è ben solido e al centro dell’attenzione il legame con il proprio passato, a partire dall’immancabile aspetto melodico delle canzoni, ma è anche comprensibile che dopo il picco di Finisterre ci sia una volontà di modificare le carte in tavola, per non finire in un circolo vizioso che potrebbe finire per stagnarsi su risultati già ottenuti in passato.
Noktvrn è un’opera molto più atmosferica (ma non per questo meno imponente), con tematiche che riguardano la notte e i sogni, argomenti in parte delicati ed eleganti, ma anche oscuri, tenebrosi, che nascondono universi sconfinati. I brani riprendono proprio queste caratteristiche, con la schiettezza dei Nostri che si unisce a momenti più ammalianti e altri contemplativi, uno sviluppo della musica dei tedeschi in evidenza fin da subito. L’introduzione “Finisterre II” è eterea e misteriosa, con le sue note in acustico, e il suo crescendo porta alla possente “Monument”, che mostra il legame solido con il passato. Si trovano maggiormente più avanti nell’ascolto le canzoni che pongono al centro dell’attenzione la metamorfosi accennata in precedenza, dopo una partenza che, su tutti, ricorda il loro terzo lavoro, Stellar (2015). “Immortal” è il vero e proprio spartiacque, un pezzo dalla partenza minimale e atmosferica che attrae l’attenzione, avvolge e presenta un elemento inaspettato come la collaborazione con Dávid Makó, mastermind del progetto dark folk The Devil’s Trade, la cui voce in pulito contrasta il classico scream di Nikita Kamprad. In questi sette minuti scarsi si alternano istanti delicati e flemmatici a mid-tempo imponenti, e si ha il primo chiaro esempio del cambiamento stilistico che a fine album si sarà notato completamente: la band tedesca mantiene delle inamovibili radici black metal ma in questa sede le arricchisce con influenze post-metal che non erano mai state presenti nelle loro composizioni con questa consistenza. Una volta introdotte le due facce della stessa medaglia, gli ultimi pezzi le amalgamano insieme, specialmente l’impavida “Gegen das Licht”, e si sente già come dietro questo connubio si celi un potenziale non indifferente. In chiusura c’è spazio per un altro passaggio che lascia incuriositi; in “Haven”, infatti, Kamprad mette in mostra un inusuale cantato in pulito per una traccia conclusiva dalle aree sognanti e ammalianti. Chissà se questa maggiore espressività vocale avrà ancora più rilevanza su future composizioni della band da Würzburg.
Noktvrn è un lavoro ambizioso, nato dalla volontà della band tedesca di non adagiarsi sugli allori dopo i progressi ottenuti con i precedenti lavori, bensì quella di continuare a mettere le mani sulla propria musica, scoprendo nuove prospettive per esprimersi al meglio. Non rappresenta il picco più alto della loro carriera, ma sicuramente mette in mostra delle capacità compositive che difficilmente lasciano con qualcosa da ridire su quanto realizzato. Tanta curiosità per il futuro dei Der Weg einer Freiheit, e altrettanta soddisfazione per il presente.
(Season of Mist, 2021)
1. Finisterre II
2. Monument
3. Am Rande der Dunkelheit
4. Immortal
5. Morgen
6. Gegen das Licht
7. Haven