Finalmente, dopo cinque anni di silenzio, i Dinosaur Jr. irrompono sulla scena timbrando anche questo decennio con l’album Sweep It Into Space. L’album sarebbe dovuto uscire lo scorso anno se la pandemia non avesse interrotto la lavorazione. La formazione rimane la stessa degli ultimi tre lavori: J Mascis (chitarra e voce), Lou Barlow (basso e voce) e Murph (batteria). È vero: dalla loro riconciliazione avvenuta nel 2007 i tre musicisti non hanno mai eguagliato non solo la qualità estetica ma neanche la sfrontatezza e l’energia ribelle di You’re Living All Over Me (1987) e Bug (1988), a ragione considerati tra gli album più iconici della generazione post-hardcore. Lo spirito eversivo dei primi Dinosaur Jr., tutto anni ’80, che mescolava diversi generi come l’hard rock, l’heavy metal, il punk,e il noise, è noto per aver portato alle estreme conseguenze la svolta acustica in chiave avanguardistica iniziata dai Sonic Youth.
Sono trascorsi più di trent’anni da quella stagione strepitosa e i Dinosaur non demordono, anche se i cambiamenti e le evoluzioni di genere appaiono sostanziali. Proprio il loro ultimo album Sweep It Into Space, in uscita dal 23 aprile per la Jagjaguwar, segue gli sviluppi più recenti dell’indie-rock e dell’alternative rock, proponendo un sound più languido, meno radicale ed esasperante. Dodici tracce di non lunga durata che formano una struttura omogenea grazie a un ritmo incalzante, dinamico, ricco di vibrazioni interne.
L’album è stato anticipato dai singoli “I Ran Away” e “Garden”. Il primo propone uno stile folk, molto vivace e allegro, con tinte pop, dove le schitarrate spigolose e distorte di J Mascis sono ridotte al minimo; il secondo comincia con un arpeggio melodico ed è uno dei due brani scritti e cantati da Barlow, caratterizzato da un ritornello sentimentale, intenso, caldo.
Ad aprire il disco è “I Ain’t”, forse il pezzo più riuscito, che fa sfoggio della migliore tecnica di J Mascis, con diverse sovraincisioni e riff viscerali di chitarra, sporcandone la sonorità con una distorsione che rimane limpidissima senza una nota sbavata. “To Be Waiting” è una ballata d’amore, omaggio al grunge anni ‘90, che si presta all’orecchio grazie a un cantato melodico, anche se che la linearità del canto viene spezzata dai vivaci ed esuberanti assoli di Mascis.
Bisogna giungere alla metà dell’album, con “Hide Another Round”, per sentire suoni più duri, incisivi, con un ritmo più punk, dove il basso di Lou Barlow si libera delle formalità del pop-rock per picchiare violento e crudo sulle corde, mentre la chitarra di Mascis esplode nella sua solita follia. Il brano successivo “And Me” ripiomba nel lirismo melanconico del testo e nell’alternanza tra riff graffianti e sonorità più folkeggianti. A rompere la compattezza sonora dell’album è “Take It Back”, una ballata lo-fi, scanzonata e bizzarra, che fonde la chitarra distorta con le note acute e stridenti di un piano elettrico. Il pezzo che chiude il cerchio è “You Wonder” che colpisce per un refrain cantato in maniera elegante ancora da Barlow e per l’assolo centrale di Mascis molto profondo e vibrante.
Chiunque ascolti un album dei Dinosaur Jr. non può non avere aspettative basate anche sull’importanza storica della band che si è fatta riconoscere anche per una certa anarchia sonora. Con Sweep It Into Space la loro scrittura sembra affievolirsi per dedicarsi a una musica più contenuta, sobria e melodica, snaturando così il loro spirito irregolare e anticonformista. Comunque l’album rimane il prodotto di un’intelligenza e di una sapienza musicale di un certo livello, che sa giocare con la tradizione ma sposando le tendenze discografiche più attuali.
(Jagjaguwar, 2021)
1. I Aint
2. I Met The Stones
3. To Be Waiting
4. I Rau Away
5. Garden
6. Hide Another Round
7. And Me
8. I Expect It Always
9. Take It Back
10. N Say
11. Walking To You
12. You Wonder