
In un’epoca segnata da sedicenti talent show, da canzoni mordi e fuggi, da visualizzazioni e “mi piace”, trovarsi al cospetto di un esordio così maturo può lasciare sgomenti anche il più navigato degli ascoltatori. Dioniza, nome d’arte di Domiziana Pelati, cantautrice da Parma, con esperienze pregresse nelle band Shinin’ Shade (stoner) e AyahuascA (psych) – confesso di non conoscerle, il che mi permette di approcciarmi a questo debutto scevro da qualsiasi condizionamento – ora cammina da sola e A Nervi Sciolti si schiude davanti a noi in tutta la sua matura bellezza o, se volete, bella maturità.
Tramite una sorta di concept – una città sommersa dalle acque, una mosca che vola silenziosa e ci racconta le vite di svariati personaggi – Dioniza scrive un lotto di canzoni che danno vita a immagini potenti davanti ai nostri occhi; è lei stessa ad affermarlo, “città murate, pianure nebbiose, acque sporche, cieli insanguinati e apocalissi amorose. Ho capito che volevo raccontare un mondo urbano isolato, storie di desiderio, disincanto, evasione.” Abbiamo così brani con al centro figure femminili (Venere, Dorothy, Eileen) che si dividono tra luci ed ombre, tra bontà e malvagità, con un piacevole gusto nell’insinuare il dubbio che dietro qualsiasi favola a lieto fine ci sia invece un sequel di tremendo dolore, al quale si deve solo sopravvivere. Un disco che suona altresì catartico, nel quale Dioniza ha riversato difficoltà – anche recenti – e fragilità; dubbi e perplessità, incertezze e paure, sono altri ingredienti che trovano collocazione nelle tracce, filtrate con fatica, ora ripulite e donate a noi di una luce, seppur fioca, leggera, quasi eterea. Musicalmente parlando è il rock alternativo italiano e inglese a rappresentare l’influenza maggiore; poi la Nostra ci mette del suo con una predilezione alla malinconia, al sound notturno, romantico e, perché no, sofisticato e molto cinematografico; citando qualche nome è ovvio parlare di Afterhours, di PJ Harvey, di Nick Cave, così come non sfigurano di certo Emma Ruth Rundle o The Black Angels. In “Cambia Pelle”, una canzone sul tradimento delle aspettative riposte in persone sbagliate, troviamo tutta la filosofia artistica di Dioniza: “in realtà non faccio altro che cambiare ogni giorno. Scrivere per me è cambiare mille volte.” Un’anima irrequieta quindi, un diavolo seducente, come il basso pulsante del brano in oggetto e le sue arie orientali.
Dioniza scrive molto bene, arricchisce ogni canzone con piccoli ma significativi dettagli che si rivelano piano piano, ascolto dopo ascolto. Un album autografo che, come detto, lascia a bocca aperta. Una bocca resa arida da troppi giorni persi in un deserto musicale, reso tale da una povertà di contenuti che, lo ammetto, ogni tanto mi fa tremare pensando al futuro della musica. Ma poi, come un fulmine a ciel sereno, arriva lei, Dioniza, a rincuorarci: nulla è perduto.
(Centuries Reverb, 2025)
1. Una Linea Sottile
2. Come Venere
3. Dorothy
4. Sadalmelik!
5. Baby Woodrose
6. Acque Assassine
7. Eileen
8. Cambia Pelle
9. A Nervi Sciolti/Le Sabbie Nobili


