(Autoproduzione, 2015)
1. Six Years Locked Clock
2. Azure
3. Chaos Introspection
4. Along The Crack
5. Motions
6. Plead for Vulnerability
7. Hybrid Regression
8. Hanged On A Ray Of Light
Formati ad Ancona nel 2003, attivi da due anni più tardi e fino ad oggi autori di due EP, i Duality irrompono sulla scena quasi con l’intento di colmare un vuoto, abbracciando un sub-genere spesso tralasciato quando si parla del contesto heavy nostrano. E’ possibile in buona parte inquadrare la loro proposta in un technical death metal di stampo classico, figlio di grandi avanguardie del genere quali gli immancabili Cynic, Pestilence, Atheist e via dicendo. Ad una più attenta analisi si capisce come però di classico nella musica dei Duality ci sia ben poco; quella del gruppo è una personalità prorompente, capace a tratti di scavalcare le influenze di tali autorità con il fine ultimo di imporre se stessa, ed il qui presente Elektron ne è la prova.
Le caratteristiche basilari di questo debut sono fondamentalmente due. La prima, facilmente avvertibile fin da subito, si traduce nella volontà e nel conseguente atto dell’estremizzare alcune influenze che in molti act del panorama contemporaneo sono spesso relegate ad un ruolo marginale. Su un piano più pratico il frutto di una simile operazione è il ruolo preponderante che assumono, nella musica del quartetto, gli elementi neoclassici, jazz e latin che non solo aleggiano tra un riff e l’altro ma spesso si prendono il loro tempo in intermezzi/movimenti appositi dalla notevole durata; ciò naturalmente contribuisce a stemperare la dose d’obbligo di violenza sonora, mantenuta comunque sempre su un certo livello dagli aggressivi vocalizzi di Giuseppe Cardamone, impostati su uno screaming ancora una volta piuttosto atipico, che ad alcuni potrebbe ricordare quanto sentito negli ultimi Psycroptic. Per il resto, il disco è costituito come da copione di brani dalla struttura complessa, con ottimamente articolati fraseggi delle due chitarre retti da intricate trame ritmiche a cui saltuariamente si aggiunge un violino; la decisione di fare uso dello strumento in questione si dimostra a tratti discutibile, apparendo esso ora adeguato e valido ora leggermente forzato. Un buon lavoro in fase di produzione, specialmente per quanto riguarda il bilanciamento dei volumi, permette inoltre di godere pienamente del lavoro strumentale nella sua interezza.
La seconda delle due caratteristiche poc’anzi menzionate è quella che, purtroppo, rende più evidente la natura di debut album di Elektron. Per quanto i singoli passaggi siano in sé sufficientemente efficaci, il lavoro complessivo viene sensibilmente penalizzato da un purtroppo decisamente vistoso patchwork che, unito a stacchi improvvisi ed inversioni di marcia repentine, ha il serio rischio di disorientare l’ascoltatore lasciandolo oltremodo spaesato e con un certo amaro in bocca.
Elektron è un debutto più che buono, prova che i Duality potrebbero senza problemi puntare in alto, forti di un ottimo bagaglio tecnico ed una personalità marcata ma non ingombrante; a ciò corrisponde però la constatazione che per un decisivo, futuro salto di qualità sarà necessaria una maggiore cura dedicata al songwriting come coesione uniforme di più parti e non mero collage, appunto ricerca formale di una tangibile fluidità complessiva.
7.0