
Gli Eden Circus nascono più di vent’anni fa, arrivano dalla cittadina di Göttingen per poi spostarsi ad Amburgo intorno al 2010. È qui che il debutto Marula comincia a prendere forma e viene pubblicato quattro anni dopo. Il destino sa essere beffardo e a poche ore dalla loro entrata nel mondo discografico, la band si scioglie, con l’uscita dei due chitarristi, fino ad allora deus ex machina dei Nostri. L’abnegazione dei componenti rimasti però fa sì che la band resti viva sotto macerie emotive – immaginate la botta presa, non è da tutti rimanere a galla – e prosegua silenziosamente il suo percorso artistico. A distanza di dieci anni ecco che gli Eden Circus ritornano sulle scene con questo Irrlicht.
La band rimane ancorata al suo sound, un alternative rock/metal che abbraccia generosamente quelle band che hanno ispirato i loro passi. Si passa così a sentire l’irruenza ritmica dei primi Tool, quelli dei primi due dischi, al grunge dei Nirvana con gli accenni disperati tanto cari al buon Kurt Cobain, per poi sfociare nel post grunge di Staind e Bush, fino ad arrivare al post-metal e a quella corrente di progressive rock che rimanda ai Thrice, ai Karnivool, ai Porcupine Tree. L’album è chiaramente figlio di tempi andati, la band paga dazio sul fatto di esser stata ferma per tutti questi anni, di fatto hanno congelato il proprio sound, perdendo così il treno che altre band hanno preso e che ha condotto loro verso carriere più che importanti. Ma la musica rimane, a mò di testamento, e quindi noi semplici ascoltatori possiamo comunque bearci di un lavoro che trasuda onestà e passione, con un sound sì derivativo ma tanto sincero che difficilmente può lasciar indifferente durante l’ascolto di queste dieci tracce. Canzoni con una loro ossatura ritmica, spesso rocciosa e terremotante, che sfociano in aperture melodiche emozionanti, dove la malinconia esce leggera, senza strafare, con la voce di Siegmar Pohl che graffia in profondità anche l’anima più dura: impossibile non rimanere coinvolti dalle sue liriche, per altro basate su tematiche mitologiche e uno sguardo attento e profondo sulla condizione umana.
Irrlicht si rivela così un bel disco che piacerà a molti, avendo al suo interno tanti piccoli dettagli che ricordano artisti che abbiamo imparato ad amare in questi anni. Un album omaggio che mai si declassa a mera opera di copia ed incolla, questo va precisato e sottolineato mille volte. Derubricarlo tale sarebbe un’offesa per questi ragazzi, oramai uomini, che non hanno mai mollato un attimo. Meritano il giusto riconoscimento, meritano la vostra attenzione.
(Lifeforce Records, 2025)
1. Stone Itself
2. Needle Your Way
3. Agnostic Apology
4. Vanquished
5. The Human Abstract
6. Cynics of Life
7. The Fall
8. Second Dance
9. NU
10. Within Me


