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È notte, e la nebbia va facendosi sempre più fitta; mentre cerchiamo di attraversare dei tetri vicoli, realizziamo che per noi, oramai, è troppo tardi: la nostra mente ha già iniziato a partorire visioni orrorifiche, il nostro destino è già scritto e non ci riserverà alcunché di buono. Bordernoia, l’ultimo lavoro degli Elastic Riot è una cerimonia occulta e sghemba, tra atmosfere funeree e spasmi chitarristici.
Si parte con “Sempre più vicino alla morte pt. 1”, brano dal titolo tutt’altro che rassicurante, che ci trascina in un vortice di disillusione attraverso un pulsante basso, un allarme che non accenna ad interrompersi, una vorticosa chitarra ed una tagliente voce, con la sola missione di vessarci come degli spiriti dispettosi. Un canto che sembra provenire da un’altra dimensione chiude il brano, riuscendo fin dal principio a mettere in chiaro ciò che l’album ci riserverà: un’angusta passeggiata in compagnia del demonio. Come ben sappiamo, agli spiriti malvagi piace punzecchiare chiunque si ritrovi all’inferno (o magari semplicemente ad ascoltare Bordernoia degli Elastic Riot) e “Ambaradan”, per chi dovesse nutrire dei dubbi al riguardo, ne è la pura dimostrazione. I Nostri riescono a plasmare un brano martellante, che oserei definire sludge sperimentale: cassa dritta, voce distorta, chitarroni malvagi ed una spruzzatina di elettronica; che ci sia davvero lo zampino del diavolo nella composizione di questo disco? Procediamo con “Uariu”, il brano più veloce dell’intero lavoro (ed anche uno dei più leggeri), ma non per questo meno interessante degli altri. Potremmo definirlo come un allucinato mix tra i Calibro 35 e i Cynic, suonato con attitudine punk; come avrete intuito ci troviamo di fronte ad un gruppo capace di mescolare più influenze riuscendo a mettere in risalto la propria identità, coesa e ben definita. A seguire, le poche inibizioni rimaste finiscono di essere gettate a terra con “Collodio”, gettate a terra e calpestate: un delirio sulfureo che si apre con un pauroso synth, per poi passare il microfono al grillo parlante di Pinocchio, uscito dal romanzo di Collodi solo per vomitarci addosso odio, la notte del 31 ottobre. “Analigjisj Kristenji Pretronijo” è un trascinato brano tra il noise rock e lo sludge, il quale va a gonfiarsi sempre di più prima di esplodere in una sferzata hardcore punk; posti in chiusura troviamo dei synth riverberati e singhiozzanti: perfino loro, in questa dimensione, non se la passano per niente bene. Poi prendete il metalcore dei Converge; fatto? Adesso aggiungeteci una buona dose di peperoncino e di potenti acidi; mescolate il tutto. Ecco a voi “Yvonne l’insonne”, senza ombra di dubbio il brano più brutale dell’intero lavoro; sentiamo l’alito caldo di Yvonne sul nostro collo, uno spirito che non riesce a trovare pace; velocemente, sprofondiamo in una torbida catalessi. E se è vero che gli Elastic Riot amano vessarci con le loro sonorità anguste come quelle del brano appena ascoltato, è anche vero che non sono totalmente privi di umanità, concedendoci, seppur momentaneamente, di riprendere fiato grazie ad un veloce interludio. Veloce eh, perché “L’Apocalisse incombe” ci aspetta; un brano doom-centrico dove un’imponente chitarra spiana la via da percorrere, prima di lasciarci sbeffeggiare da un sardonico synth e da un basso fitto fitto, che non fa altro che aggiungere ostacoli ad un percorso già arduo da percorrere. Dei pipistrelli aleggiano sopra di noi, la cassa si fa dritta, e subito iniziamo a ballare come delle marionette dissanguate, per poi dirigerci assonnati verso le nostre casse da morto, per pisolare un poco. Vi siete mai chiesti cosa succederebbe se Chuck Schuldiner resuscitasse, ma solo per sniffare della ketamina ed incidere un brano prima di tornare a riposare in eterno? Probabilmente scriverebbe un brano simile a “Sempre più vicino alla morte pt. 2”; per favore, non me ne vogliate, questo è pur sempre un album allucinato e macabro.
Un urletto alla Blur ed eccoci catapultati nell’ultimo brano, “Solo colpi” (diciamocelo, ci vorrebbero più urletti nella musica); batteria e chitarra danzano assieme, come degli insetti attirati dalla luce di un lampione. La luce è fioca, e sta per spegnersi. Siamo finalmente soli, immersi nel buio più totale. A quali colpi si riferissero gli Elastic Riot non ci è dato saperlo con certezza, ma io posso sicuramente darvi un consiglio: se siete amanti dello sludge, del noise rock e di tutta la musica rumorosamente sinistra, fatevi un favore: ascoltate questo disco, il quale riuscirà a sicuramente portarvi in un’altra dimensione, schizzata e lisergica. Perfetto per Halloween, un po’ meno per i bambini.
(Zann’s Records, troppistruzzi, 2023)
1. Sempre più vicino alla morte pt. 1
2. Ambaradan
3. Uariu
4. Collodio
5. Analigjisj Kristenji Pretronijo
6. Yvonne l’insonne
7. Self Medication Doom pt. 2
8. L’Apocalisse incombe
9. Sempre più vicino alla morte pt. 2
10. Solo colpi