Una sinuosa epopea di psichedelie, stoner rock strutturato impreziosito di carisma progressive, momenti di doom diluito e chi più ne ha più ne metta: la nuova proposta degli Elder è una lunga, impegnativa cavalcata che sa di Yob da una parte e di Intronaut dall’altra. Reflections of a Floating World, terzo album del combo statunitense, riprende e focalizza una formula raffinata e tutta particolare che poggia su ben solide fondamenta. In sei pezzi (per più di un’ora d’ascolto) l’ascoltatore ha l’impressione di trovarsi davanti ad una creatura in costante evoluzione, intenta ad allargarsi ed espandersi movimento dopo movimento. Ci vuole infatti ben poco a perdersi tra il fitto tessuto di melodie intrecciate dalle due chitarre degli Elder od a farsi trascinare dalle eteree tastiere d’accompagnamento; allo stesso modo, però, il ritorno alla realtà avviene in un attimo, promosso da un quadrato passaggio doom à la Pallbearer.
La forse più grande capacità della band sta infatti nel saper dosare perfettamente passaggi contorti ed estesi a momenti di puro “stacco” ed attacco nudo e crudo, sapientemente inframmezzati da intermezzi psichedelici di una delicatezza inaspettata. Stupisce anche l’ottima resa degli strumenti e della voce: le linee melodiche dei primi sono sempre chiaramente discernibili l’una dall’altra per quanto fittamente intersecate e la seconda non è mai sommersa dal ricco carteggio musicale. In più un buon dosaggio costante di groove alla High on Fire/Electric Wizard permette di sviluppare i passaggi meno immediati in totale tranquillità, senza pericolo di annoiare ascoltatore alcuno.
Ricordiamo che il precedente Lore aveva scalato diverse classifiche di genere (e non solo) nel vicino 2015: questo Reflections of a Floating World non è da meno, configurandosi come una perla rara particolarmente apprezzabile dagli amanti dei lunghi viaggi-sogno musicali. Sviluppandosi tra diversi generi e prendendo in prestito qua e là, la nuova uscita degli Elder si rivela una chicca non da poco capace d’arricchirsi ed arricchire sempre più ad ogni ascolto.
Equilibrato, profondo, longevo.
(Stickman Records, 2017)
1. Sanctuary
2. The Falling Veil
3. Staving Off The Truth
4. Blind
5. Sonntag
6. Thousand Hands