1. Ibrido
2. Due Vite
3. Attraverso
4. Resta il Silenzio
5. Abitudine
6. Rapaci
7. Velociraptus
8. Fiamme
9. Dentro di Me
10. Emrevoid
Finalmente gli Emrevoid! Questa è la reazione principale tra il popolo adepto alla scena underground emiliano/romagnola (e non solo) che da diverso tempo attendeva un full-lenght del combo cesenate. E così, dopo una lunga gestazione e diversi mesi di lavoro presso il Trustno1 Studio (alias casa del chitarrista e maggior compositore Alessandro Rossi), abbiamo tra le mani la prima ed omonima fatica discografica della band il cui nome fa tremare il cielo. Immaginiamo che vi starete domandando il perché: pensate di vedere il monicker del gruppo di fronte ad uno specchio… sorpresa!
L’artwork del disco suscita subito mille curiosità, grazie al suo controverso collage di immagini dove possiamo cogliere quelli che sono i temi portanti del disco: religione, guerra e politica su tutti. I testi, scritti da Rocco (voce), parlano principalmente di sensazioni/esperienza personali, rabbia e scetticismo anche legate ai concept presentati in copertina.
A livello musicale la ricetta degli Emrevoid prevede un crudo death metal, a tratti contornato da sonorità black, ma ricco di elementi atipici per tali generi; risultato ottenuto grazie a brani strutturati in modo originale e poco convenzionale, ad un riffing particolarmente ispirato fatto di sfuriate velocissime e ritmiche sincopate che pescano nel mare del metal moderno senza perdere di vista la buona vecchia scuola. Esempio lampante del sound del four-piece di Cesena è il brano “Fiamme” disponibile da qualche mese sul web, in cui vengono presentati tutti gli elementi sonori già citati precedentemente, intervallandoli con arpeggi di chitarra acustica. Altri brani che emergono in modo particolare durante l’ascolto sono le due tracce di chiusura “Dentro di me” e la titletrack “Emrevoid”, quest’ultima manifesto della passione, della volontà e della rabbia insite dentro di loro:
“Queste sbarre non fermeranno il mio grido
tutta la collera che mi opprime uscirà
senza pietà: tuona
scorre dentro di me, Emrevoid.”
L’ecletticità stilistica e musicale della band rende questo lavoro spiazzante e l’ascoltatore viene travolto da un mix di sensazioni contrastanti in linea con le idee espresse nelle liriche (tutte in italiano) in un delirio collettivo che ha il pregio di non annoiare a differenza di lavori sfornati da altre band di questo tipo.
Un debutto vario, delirante e schizofrenico per gli Emrevoid; un lavoro degno d’essere incorniciato, segno che tutti questi anni di attesa sono decisamente serviti per affinare i brani ed a sfornare un disco in grado di emergere dalla massa. In attesa di vederli attivi come non mai in sede live per promuovere il disco, e curiosi per quelle che saranno le future composizioni della band diciamo solo: avanti così ragazzi!
7,5