Everson Poe, pseudonimo di Mae Shults, con il suo nuovo Grief ci propone un connubio tra un doom metal che strizza a volte l’occhio alla propria variante funeral, allo sludge/post metal ed atmosfere e sfuriate tipicamente black metal. La nuova pubblicazione della polistrumentista americana segue ad una lunghissima sequela di release (su Bandcamp se ne contano ben 41) dove quest’ultimo, però, risulta essere particolarmente ispirato ed emotivo. Valore aggiunto è l’assoluta autoproduzione dell’album, mixato e coprodotto all’Euphoriadic Studios di Portland. Pubblicato da Trepanation Recordings, Grief è un disco che rimane ben impresso fin dal primo ascolto grazie alla notevole composizione ed ai bellissimi ambienti che si susseguono durante i vari brani che, nonostante la lunga durata, non annoiano nemmeno per un momento.
Le chitarre sono sicuramente la parte migliore del lotto, in ogni traccia, senza distinzione alcuna, bello il growl cavernoso e la batteria alienante, forse poco presente il basso. Menzione d’onore a “Denial” e “Depression”, due gemme brillantissime nascoste in questo piccolo gioiellino che è l’ultima fatica della OMB proveniente dall’Illinois. I brani si muovono quasi tutti sugli stessi stilemi compositivi, partendo da riff di chitarra clean che si intersecano alla perfezione su spezzoni di interviste a Richard Speck ed Edmund Kemper, due noti serial killer americani, ed a frangenti di cerimonie di Aleister Crowley, per poi esplodere, coerentemente e naturalmente, in accordoni devoti al doom metal più emotivo, alle sfuriate black metal, aprendosi, poi, nel finale a passaggi tipicamente post-metal.
Grief è da considerarsi a tutti gli effetti un album sia lineare che circolare nella composizione, capace di assomigliarsi nello sviluppo delle tracce, senza mai essere un “copia ed incolla” delle precedenti. Sono due i brani che non seguono quanto detto in precedenza: “Anger”, la più breve dell’intero full length, e la traccia conclusiva “Acceptance” che tocca sonorità più vicine al drone metal.
Everson Poe è un’artista del tutto singolare e lo dimostra perfettamente con la sua ultima fatica: un disco molto ben articolato e composto che splende di luce propria nel panorama underground già colmo di perle tutte da scovare e portare alla ribalta. Grief è un album personale, che prende spunto dagli stilemi più classici dei generi a cui fa riferimento e ne descrive una versione propria ed interiore. Se siete alla ricerca di questo tipo di emotività e commistione di diversi ambienti nel metal, non dovete perdere l’occasione di ascoltarlo.
(Trepanation Recordings, 2021)
1. Denial
2. Anger
3. Bargaining
4. Depression
5. Acceptance