Scavando nell’underground più marcio e putrido si staglia dalla massa di band clone un gruppetto statunitense veramente niente male: i False Images. Il combo del New Hampshire è un sapiente dispensatore di violenza e mazzate sui denti. Il genere suonato è un deathcore fortemente contaminato dal downtempo, quindi non adatto a tutti.
La pesantezza è l’elemento protagonista indiscusso di questo Imminentus. Non ci sono, in ogni caso, solo ritmiche lente e pachidermiche, ma anche sfuriate in blast beats velocissime e spezza collo. Il disco è un susseguirsi di brutalità sempre più feroce e crudele. I brani più incisivi sono “Eradication”, “Funeral” e “Lydia”, caratterizzati da un minimo comune multiplo: i breakdown. Un altro elemento di notevole interesse risiede nelle atmosfere apocalittiche e glaciali che fanno da ricco contorno al full-length. Il cantante Suprenant è un vero mostro nello sfoderare growl gutturali da uomo delle caverne. Nel complesso tutta la band si muove bene, risultando particolarmente coesa e quadrata, grazie anche ad un’ottima produzione discografica, sebbene stiamo parlando di un disco autoprodotto e dalla spiccata attitudine underground.
Questo gargantuesco Imminentus, disco potente ma di difficile assimilazione, è uscito sul finire del 2016 ed è stato sicuramente uno dei dischi più violenti dell’anno passato, dispensatore di una ferocia palpabile. Ci sentiamo di consigliare vivamente questo complessino made in USA, anche se non siete amanti del genere, per scoprire la potenza inaudita che riesce a sprigionare.
(Autoproduzione, 2016)
1. Divine
2. Eradication
3. Grudge
4. Invasion
5. Caskets
6. Funeral
7. Parable
8. Witch
9. Lydia
10. Capsize
11. Leviathan
12. Sitjn
13. Threat
14. Hollows