Secondo appuntamento con “L’Angolo del Faro”: oggi vi invitiamo a scoprire l’industrial contaminato dei Fetish 69, andando a riascoltare il loro full-length di debutto Antibody.
Fetish 69 “Antibody” (1993)
Siamo nel 1990 quando gli austriaci Fetish 69 iniziano a vomitare la loro ossessiva e pachidermica bile sonora sul mondo. Con questo primo album, del 1993, intitolato Antibody (prodotto da Colin Richardson) producono un sound malsano e deviato, fatto di un noise / industrial con un certo retrogusto death, accompagnato da una voce filtrata. Quella della band austriaca è una creatura alienante capace di trasmettere in un unico colore, il nero, la trasposizione della claustrofobia in musica. I dieci pezzi, decisamente lunghi da sostenere (provate a infilarvi dentro a “Pigs Blood”), sono come enormi stanze nelle quali veniamo rinchiusi per subire il processo degenerativo causato da questa band.
Tra le pubblicazioni rilasciate dopo questo album vi segnaliamo, in quanto degni di nota, un EP (Brute Force) e poi un altro full-length, intitolato Purge, nel quale i Fetish 69 lasciano da parte le influenze death/industrial per virare verso un noise paranoico.
Se gradite queste sonorità “fredde” come i morti andate a riscoprire anche gli australiani Halo, autori di Subliminal Trasmission (1998) e Degree Zero Point Of Implosion (2000).