Dopo aver curato la pubblicazione di alcune news riguardanti il ritorno discografico – dopo vent’anni! – dei torinesi Frammenti, mi è sembrato giusto ascoltare e recensire questo nuovo album. Precisazione: non conoscevo la band e la loro proposta artistica è un po’ fuori dai miei radar ma penso che un bravo recensore (bravo = onesto) e un buon portale di musica debbano “sporcarsi le mani”. Per una crescita personale, per una serietà professionale, per rispetto di musicisti e lettori. Per altro, con un approccio propositivo come il suddetto, capita spesso di scoprire artisti di gran carattere e dischi incredibilmente belli. È il caso dei Frammenti e di questo Merce.
Nonostante siano passati tanti anni, la fiamma che alimentava il sound dei Nostri è ben lontana dall’essersi spenta. D’altronde non è che quattro lustri abbiano portato chissà quali cambiamenti, in meglio, su questa palla di terra e quindi, per una band che faceva della tensione narrativa il proprio tratto distintivo, è stato naturale ritornare a suonare assieme. Merce è un piccolo compendio su rughe che segnano i volti, su occhi a mezz’asta provati dalla stanchezza di tutti i giorni, su cuori spezzati, promesse disilluse, destini storti e sorrisi sghembi. E lacrime amare, tante lacrime amare che solcano inesorabilmente guance aride da polvere, ghisa, tempo andato. Ed è proprio il tempo che pare non essere mai passato. Due decenni senza suonare, la società che prosegue il suo declino, e i ragazzi della band che trovano forza e grinta per tornare a comporre brani tra vecchie sonorità e freschezza che rendono Merce un disco trasversale, capace di attraversare tre generazioni, unendo i puntini di un disegno più ampio di quello che poteva sembrare, quando tutto ebbe inizio a Torino nel 1991. Con liriche che spaziano da strofe nitide nel denunciare la barbarie culturale del nostro mondo ad altre solamente accennate, rese liquide da metafore che rendono reali immagini che la band riesce a suscitare durante l’ascolto, ecco che questo nuovo album in studio è un atto politico, un manifesto poetico, un grido di pace, una cannonata di bellezza. Paradossi e contraddizioni, ansie e psicofarmaci, diluizioni e dilatazioni, cambiali e cambiare mai, tutto e (ma anche è) il suo contrario.
Frammenti, nome che azzera ogni equivoco. Frammenti, perché tutti lo siamo, così estremamente vulnerabili. Un lotto di canzoni che sono post it agrodolci sulla porta di casa, schegge sotto le unghie a ricordarci dolori mai sopiti. E se c’è un disco capace di arricchire chi ascolta, questo disco è proprio Merce. Bentornati ragazzi.
(Dischirozzi, ZAS Autoproduzioni, Fork Boys, Sonatine Produzioni, Motorcity Produzioni, Shove Records, 2025)
1. Tutto il coraggio che non ho
2. TTorneremo a guardare le stelle
3. Evidentemente
4. Passaggi a Nord Ovest
5. Preziose perle di vita
6. 89/90
7. Sognando Debord
8. Risalire il fiume
9. Prima
10. Come in attesa
11. Vita rivolta
12. Una notte a Livorno
13. So
14. Chi illumina la grande notte