A distanza di quattro anni dal precedente album, l’outfit funeral doom metal lombardo Fuoco Fatuo realizza Obsidian Katabasis, terzo full length di una discografia inaugurata nel 2012, rinnovando la collaborazione con Profound Lore Records. La label canadese si aggiudica nuovamente una release che tiene fede al proprio catalogo che, da anni, ospita alcune tra le migliori uscite provenienti dagli antri più oscuri del panorama estremo, specialmente dal frangente doom metal. Il disco è in uscita il 2 aprile 2021 nei formati digital/CD e LP.
La maturità artistica del quartetto è stata indiscutibilmente raggiunta, esposta e sottolineata già nel precedente album Backwater, debutto per Profound Lore Records. Assodata la grande cognizione di causa e l’inossidabile motivazione espressiva della band, salta all’occhio una singolarità che la contraddistingue dal 2014, ovvero la serie ininterrotta di tre full length, ad oggi culminata con Obsidian Katabasis. Tale particolarità non sembra essere dettata da logiche derivate esclusivamente dal formato suggerito dal genere, che per suoi inequivocabili stilemi suggerisce release dall’abbondante minutaggio, piuttosto è dettata evidentemente da una necessità comunicativa che richiede, a gran voce, il suo spazio e la sua attenzione durante l’ascolto. A testimoniarlo è nuovamente il contenuto dell’ultimo album della band varesina, a partire dalla struttura stessa del disco, difatti quest’ultimo alterna tre brani dall’intento e dal minutaggio inconfutabilmente proprio al funeral doom metal, che vanno dai 13 ai 17 minuti circa, ad altre tre tracce strumentali più brevi e dalle suggestioni più atmosferiche, che oltretutto non perdono di intenzione funerea, e assolvono alla funzione di collegamento tra un brano e l’altro. Questa soluzione è particolarmente efficace non solo nei termini formali ma anche al fine di mantenere costantemente alta la soglia dell’attenzione durante l’ascolto, raggiungendo un obiettivo che non dev’essere dato per scontato, specialmente nel contesto di un segmento musicale che per sua natura prevede tempi dilatati ed un’ipnosi catartica che, se non orchestrata magistralmente come in Obsidian Katabasis, può risultare ostica nell’assimilazione immediata. Ciononostante il suddetto non è un album che tollera un ascolto poco attento, piuttosto ad ogni ripetizione del disco (costituito da circa un’ora di playing) vengono dissotterrati dettagli e particolarità inedite rispetto all’ascolto precedente. Qui i Fuoco Fatuo entrano a far parte ristretta cerchia d’eccellenza del doom metal europeo, se non internazionale, non solo attingendo a piene mani dalla lezione di capisaldi del genere quali Disembowelment ed Evoken (dal fronte extra europeo) o, in territorio europeo, da colossi quali Ahab e Esoteric, ma addirittura la band italiana affianca i suddetti, incidendo, adesso indelebilmente, il proprio nome nella stele d’ossidiana già scolpita dai sopracitati leviatani del funeral doom metal.
Se i riferimenti al peculiare nautic funeral doom metal degli Ahab sono copiosi, specialmente nella traccia “Thresholds of Nonexistence Through Eerie Aeon”, la band lombarda nel suo ultimo album affianca a delle atmosfere catacombali da manuale, un intenzione psichedelica, volutamente dislocata perifericamente rispetto al centro del discorso musicale, ma comunque presente, che aggiunge un ulteriore strato di riconoscibilità ed autenticità nella brillante interpretazione del genere da parte dei Fuoco Fatuo, che oggi più che mai rende inconfondibile il proprio marchio di fabbrica. Tale vena psicotropa non è dunque conseguita attraverso l’uso abbondante e predominante di synth o sound fx di sorta, piuttosto è da riscontrare nella forma delle chitarre, nonché nella composizione sapientemente arrangiata, ora per far collassare il terreno sotto i piedi dell’ascoltatore, negando ogni appiglio e riferimento, lasciando in balia di un abisso senza fondo e dall’oscurità impenetrabile, ora eseguendo brevi ma significative incursioni death doom metal da identificare all’indirizzo di band come i Winter o, nel panorama più contemporaneo, presso act come Krypts e Spectral Voice. Dunque gli obiettivi comunicativi di grande spessore sono qui raggiunti non solo grazie all’esperienza di una band che ha trovato, da anni, la propria dimensione musicale e la propria identità, ma anche per merito di una line-up esperta e coesa, a partire dal binomio chitarra/vocals e batteria rappresentato rispettivamente da Milo Angeloni e Davide Bacchetta (entrambi ex-Funest): sul fronte vocale il growl profondissimo, fino al gutturale, fa riferimento (particolarmente in quest’ultimo disco) ad un funeral death doom metal da manuale, inserendosi ineccepibilmente in ogni contesto. I movimenti delle vocals vengono supportati da una sezione chitarristica, ad opera anche di Giovanni Piazza, che vive a cavallo della dicotomia tra sezioni funeral doom metal estremamente dilatate e tessiturali, ai limiti del drone, e momenti death doom metal impietosi e dal riffing punitivo, che prendono in contropiede rispetto all’ipnosi instaurata dalla maggior parte del disco. La sezione ritmica del basso di Andrea Collaro e del sopracitato batterista Davide Bacchetta non solo assolvono con risolutezza ai propri scopi ritmici, ma si rendono elementi fondamentali nel completamento dell’invenzione compositiva, prendendo parte ad un songwriting ben articolato, in cui ogni elemento coinvolto è indispensabile.
Una menzione speciale va alla cura dei suoni ed alla produzione di Obsidian Katabasis, entrambi elementi fondamentali nella formula sonicamente complessa dei Fuoco Fatuo. Le chitarre sono, perlopiù costantemente, immerse in riverberi eterei, estremamente lunghi ed ampi, che portano volutamente l’intelligibilità dell’attacco (ma non delle melodie) in secondo piano, a favore di elaborazioni sintetiche che riempiono lo spazio sonico alla pad maniera. Il contenuto musicale è quindi magnificato, sotto ogni aspetto, da una produzione di altissimo livello, che vede il missaggio a cura di Nikos Giagjoudakis dell’Unreal Studioz ed il mastering di Greg Chandler (in forze agli Esoteric).
Con il precedente Backwater (oltre che con i numerosi palchi calcati) la band lombarda ha già dimostrato appieno le proprie capacità e la propria maturità artistica, sfornando un’album indimenticabile ed imprescindibile nel catalogo del funeral doom metal. Oggi, rispecchiando le migliori speranze, invece Obsidian Katabasis si pone con assoluta risolutezza come una pietra miliare del genere, oltre che nella discografia della band. I quattro anni di gap tra quest’ultimo full length ed il precedente hanno fatto maturare alla band un’espressione probabilmente meno ferale e più ragionata, ma pur sempre viscerale, che mantiene le migliori caratteristiche già precedentemente esposte e le sviluppa verso una direzione ancora più consapevole. I Fuoco Fatuo oggi sono innegabilmente tra i nomi più eminenti del panorama doom metal non solo italiano, ma anche internazionale, e lo dimostrano con un album che si è saputo fare carico dell’importantissimo opus precedente, portando la band ad un ulteriore livello d’eccellenza.
(Profound Lore Records, 2021)
1. Obsidian Bulwark (Creation of the Absurd)
2. I
3. Thresholds of Nonexistence Through Eerie Aeon
4. II
5. Psychoactive Katabasis
6. III