Scriptures of Grief è il nuovo bestiale e pesante album della one man band belga Gateway, che con solo tre tracce (per un totale di trenta minuti scarsi) ci fa capire cosa si possa celare dietro a questo nome. Le coordinate sono fortemente orientate sul doom/death; quello catacombale e pachidermico, privo di luce e in particolare di chiara matrice old school, alla Corrupted, Winter, Coffins e Thorr’s Hammer per intenderci. La forza di questa creatura è proprio nei riff lunghissimi, stordenti e veramente soffocanti, mentre le cadenze dettate, ipotizziamo, da una drum machine sono picconate nelle rotule. Queste, insieme alle dilatazioni sonore droneggianti, assumono la forza di uno macchinario escavatore che rimuove e frantuma qualsiasi cosa che ci sia davanti al suo cammino.
Robin Van Oyen, questo il nome di chi si cela dietro il progetto, non guarda in faccia nessuno, lasciando dietro di sé uno dei lavori più pesanti e schiaccianti che abbiamo sentito in questi ultimi tempi. Una piccola pietra preziosa in ambito underground che farà felice le persone che amano questo genere di sound, le band citate e in genere queste cose veramente putride.
Una nota di merito alla piccola e attenta etichetta americana Sentient Ruin Laboratories, che ultimamente sta dimostrando di scovare realtà dal sottosuolo di notevole entità, alle quali sta dando visibilità attraverso tapes curati (vedi anche Karcavul e Unru).
(Sentient Ruin Laboratories 2017)
1. I
2. II
3. III