I Ggu:ll si sono presentati nel 2016 col debutto Dwaling, che ha messo subito in evidenza una ricerca sonora monolitica con fondamenta doom/drone che lasciano un esteso spazio a incursioni estreme di variegata natura. Una presentazione non particolarmente memorabile, con ancora segni di un potenziale non sfruttato al meglio, ma non per questo da scartare in quanto ha associato il nome della band olandese a un’attitudine propositiva che comunque degli spunti intriganti li ha palesati. Con la volontà di solidificare gli istanti più convincenti della propria prima fatica, gli olandesi hanno pubblicato il suo successore: Ex Est, un lavoro maligno, che cerca di ingigantire le atmosfere asfissianti delle composizioni.
L’ascolto viene introdotto dal lento incidere di “Raupe”, che sfocia nella nefasta “Falter”, un crescendo che parte da una base puramente doom e si evolve dando vigore all’anima possente del disco, che inizia a dimenarsi. I riff cadenzati sono un elemento costante di diversi brani, e si fa apprezzare la semplicità con cui il loro approccio lineare riesca a lasciare il segno con un’energia incontenibile. L’introduzione al lavoro è schietta e intensa, con una base tra doom e sludge che si sprigiona in tutto il suo impeto in un connubio monolitico che non disdegna anche degli accenni black metal sferzanti e decadenti. Parlando di decadenza, è il termine più appropriato per descrivere “Samt al-ras”, nella quale si fanno spazio degli elementi doom/death di puro sconforto e disperazione. Con il susseguirsi dei brani Ex Est conferma la sua visione quanto più ampia possibile sul metal estremo; non c’è un genere predominante in questo album, bensì regna un’oscurità rigida e avvolgente, che trascina in uno scenario che avanza inesorabilmente verso la distruzione. Nel finale i tratti avviliti hanno ormai preso il sopravvento, con atmosfere diventate man mano sempre più funeree. Ogni riff porta con sé un senso di declino e di pesantezza, eccezion fatta per l’incipit della conclusiva “Voertuig der Verlorenen”, attimo sferzante che immerso nell’oblio fa sentire la sua presenza.
Con il loro secondo disco i Ggu:ll sono riusciti a comporre un lavoro più maturo e massiccio rispetto al debutto, che anche col passare degli ascolti non fa altro che erigersi in tutto il suo furore, dimostrando così come i momenti più intriganti di Dwaling non fossero casuali, ma necessitassero semplicemente di un approccio più ragionato. Le fondamenta doom e sludge dello stile sono in primo piano per tutti i circa 45 minuti dell’ascolto senza mollare mai la presa, aprendosi a influenze vicine a black e death metal con consapevolezza.
(Consouling Sounds, 2022)
1. Raupe
2. Falter
3. Enkel Achterland
4. Samt al-ras
5. Stuip
6. Hoisting Ruined Sails
7. Voertuig der Verlorenen