In occasione della data bolognese del tour con Casey, Miss May I e Being As An Ocean, abbiamo intervistato CJ McMahon dei brutali Thy Art Is Murder, il quale si è dimostrato molto aperto e disponibile. Abbiamo colto il momento per parlare del tour, dei live italiani e del prossimo violentissimo album.
Ciao CJ e benvenuto su GOTR. Pronto per il concerto di stasera qui a Bologna?
Grazie mille. Sì, siamo prontissimi per stasera, devo dire molto carichi. Abbiamo tanti fan in Italia, anche se qui i concerti sono piccolini, ma gli italiani sono sempre molto caldi e amano quello che facciamo. È sempre bello tornare qui in Italia e ovviamente il cibo è superlativo. Ho mangiato un’ottima pasta con i calamari per cena.
Come sta andando il tour finora? È la prima volta che suonate a Bologna?
Per me è la prima volta a Bologna. Prima abbiamo suonato a Milano, Reggio Emilia e in un posto al mare qui vicino, ma non ricordo il nome (Rock Planet, Pinarella di Cervia, ndr). Vorrei suonare di più in Italia e anche in posti più grandi e club migliori. L’Italia è un po’ lontana dal resto dell’Europa e penso che sia importante per la nostra band tornarvi più spesso. Il tour sta andando molto bene, abbiamo anche suonato all’Impericon Festival, concerto enorme e pieno di gente, e con le altre band ci troviamo molto bene e sono sul pezzo. I fan con noi sono sempre fantastici. Sta andando alla grande.
So che da quando avete scritto Holy War avete anche altro materiale pronto per un nuovo album. Adesso che sei tornato all’ovile ci puoi dire qualcosa, se puoi, del nuovo disco?
Posso dire che abbiamo iniziato a scrivere del materiale da quando sono tornato qualche mese fa. Stiamo facendo il meglio possibile e stiamo scegliendo le canzoni da mettere nell’album per poi registrarlo, stiamo finendo e organizzando il tutto. Ho in mente argomenti interessanti per le lyrics, i chitarristi Sean e Marsh hanno sfornato riff molto belli, la batteria è sempre pazzesca. Il nuovo materiale è molto emozionale e veloce, ci spinge in un livello superiore e migliore. Suonerà diverso rispetto il passato. Anche per la voce cambierò qualcosa, gli scream saranno accentati, molto oscuri e tetri. Ci saranno fill molto veloci, sezioni lunghe e malvagie che si sposeranno bene con le nuove canzoni. Ti dico già che non sono umane, davvero folli.
Parlerete di guerra o di qualcos’altro?
I testi parleranno per lo più di politica, soprattutto di quello che sta succedendo in America, di coesione sociale, ambiente, malattie. Non canterò cose anti-religiose, anche perché ormai sono noiose e probabilmente annoierebbero i nostri ascoltatori. Vogliamo avere più sostanza nei testi e originalità, basta cantare sempre queste stronzate.
Il mondo sembra davvero immerso in una guerra orribile come avete descritto in Holy War.
Penso che ovunque sia lo stesso: Europa, Australia e America. La religione è una scusa, è davvero una cosa molto piccola, dicono solo stronzate. L’Isis ad esempio usa la scusa della religione. Queste della guerra religiosa sono solo tante stronzate.
La canzone “No Absolution” sarà inclusa nel nuovo disco?
No, non la metteremo perché in realtà faceva parte di Holy War. Era una canzone solo per i fan. Quando si registra un album prepariamo una trentina di canzoni, dopo le riduciamo a dodici e ne mettiamo dieci nel disco. La undicesima è una bonus track e la dodicesima è un “non l’abbiamo messa”. Quando sono tornato io e Marsh abbiamo discusso di fare qualcosa per i fan. Non avevamo né il tempo né i soldi per registrare una nuova canzone, quindi abbiamo ripescato questa, e suona abbastanza bene. Era un regalo, un modo per dire “sono tornato” e “grazie davvero per la passione che dimostrate e l’amore che ci date”. Il nuovo disco sarà molto più fresco e diverso.
Cosa pensi delle band australiane? Quali delle giovani band ha più potenziale?
Penso che questo sia un periodo florido per le band australiane. Tante stanno facendo bene come noi, gli Aversion Crown, i Parkway Drive, Northlane e The Amity Affliction. C’è una band molto giovane di Sydney che adoro, i Polaris. Poi anche i Make Them Suffer stanno facendo bene, hanno finito il loro primo tour in America con gli Architects. Cito anche i Justice For The Damned, un’altra band che abbiamo scoperto in Australia, speriamo che spiccheranno il volo.
Un concerto memorabile che ti ricordi in particolare?
È difficile, tutti gli show che abbiamo fatto sono abbastanza pazzi, specialmente in Australia. Tre anni fa in Inghilterra abbiamo suonato al Ghost Fest davanti a duemila persone. Non eravamo “grandi” come adesso, ma il club era pieno zeppo di gente. Le persone si lanciavano dai piani superiori del locale per atterrare sul pit ed era veramente folle! Volavano. Alcune persone sono finite in ospedale. Pazzesco! È stato qualcosa di unico per noi. Ci hanno dato tanta energia. Comunque cerchiamo di suonare sempre al meglio dando il massimo. Stasera probabilmente suoneremo davanti a trecento persone e domani a Zurigo forse davanti a seimila. Per noi è uguale, cerchiamo di coinvolgere sempre tutti per rendere lo show memorabile.
Se potessi organizzare un tour che band chiameresti?
Domanda difficilissima! Per me è diverso dal resto della band. Probabilmente direi Behemoth e Gojira. Abbiamo girato il mondo con tante band e siamo amici un po’ di tutti. Queste band ci ispirano e ci spingono ad un livello superiore. Non abbiamo mai suonato con loro e sarà il prossimo step per diventare ancora più grandi e maturi. Sì, senza dubbio Gojira e Behemoth.
Ascoltate altra musica oltre al metal?
Io ascolto davvero tutto e anche il resto della band. Ascolto un sacco di hip hop e reggae. Adoro Bob Marley e Stephen Malley ad esempio. Mi piace molto perché mixa dubstep e dance hall. Ascolto anche i Weeknd e Drake, è simpatico. Molte persone su internet criticano questa cosa, ma secondo me hanno torto. Secondo me non bisogna ragionare così, ascoltando solo metal o solo hip hop. È sbagliato. C’è tanta buona musica nel mondo. Prima stavo giocando a calcio e come sottofondo abbiamo messo della trap. Immaginati a una partita di calcio come sottofondo i blast beat dei Behemoth, sarebbe molto strano. La musica è emozionale. Il metal ti fa arrabbiare e ogni tanto bisogna rilassarsi ascoltando altro. Quelli che ti criticano se ascolti altro al di fuori del metal non li capisco proprio.
Siete considerati i porta bandiera del “Make Deathcore Great Again”. Visto i fallimenti di band come Whitechapel e soprattutto i Suicide Silence quale sarà il futuro del deathcore? Morirà oppure no?
Onestamente non mi interessa il futuro del deathcore. Il punto fondamentale per me e per noi è concentrarsi sulla nostra musica. Il resto non ci deve interessare, soprattutto su quello che fanno le altre band. Noi vogliamo essere felici con la musica che facciamo e speriamo che i fan apprezzino la musica che creiamo. Non ci interessa se muore il deathcore. Ad esempio guarda i Parkway Drive, loro fanno metalcore e tutti odiano il metalcore, ma i loro concerti sono sempre sold out e tutti li amano. Li ho visti live centinaia di volte anche quando suonavano davanti a trenta persone, sono fantastici. Insomma, se il deathcore muore chissenefrega. Io voglio dare il massimo ed essere felice con la mia vita, fare solo cose che mi piacciono e se facciamo bene cresceremo ancora. Anzi, forse se il deathcore muore noi diventeremo dieci volte più grandi: non vogliamo essere i numeri uno del deathcore, non è sufficiente, vogliamo puntare in alto e essere la band metal numero uno. È un altro paio di maniche. Nel mondo UFC del kick boxing c’è Conor McGregor, è irlandese ed è campione in due categorie diverse. Noi vogliamo fare lo stesso, vogliamo passare allo step successivo.
Siamo giunti al termine dell’intervista CJ. Grazie mille per questa bella chiacchierata. Saluta i fan italiani come vuoi!
Grazie a te, amico mio. Gli show in Italia sono piccolini, ma i fan italiani sono sempre superlativi, molto appassionati e caldi. Quando veniamo qui prima giochiamo a calcio con loro. L’Italia per me è un posto veramente magico. Qui facciamo i concerti più piccoli del tour ma vale per dieci. Parlo con tutti, è fantastico. Beviamo pure del vino. Certi colleghi si lamentano che qui ci siano poche persone, ma non sono per nulla d’accordo con loro. La gente qui è meravigliosa, canta con te, incredibile. L’Italia è fantastica.