Abbiamo incontrato i francesi The Great Old Ones nel 2012 occupandoci del loro più che promettente esordio Al Azif sottolineando come il disco fosse una ventata d’aria fresca all’interno di un panorama già abbastanza colmo, nonostante le sue difficoltà nel coniugare un genere come il post black metal (che l’etichetta all’ora si ostinava a definire ambient/black metal) con la componente atmosferica di ispirazione lovecraftiana, della quale tutt’ora non si scorge traccia in Al Azif.
A distanza di due anni i cinque francesi (più lo statunitense H.P. Lovecraft che compare scherzosamente anche nelle foto promozionali assieme alla band) ritornano sulle scene più ambiziosi e consapevoli che mai: con Les Acteurs De L’Ombre Productions sempre alle spalle, i nostri dimostrano di aver assimilato la propria stessa lezione per portarla ad un livello decisamente più completo ed omogeneo. Partendo dalla lezione degli Altar Of Plagues, i The Great Old Ones sviluppano le intuizioni di Al Azif (“Jonas” il brano cardine in questo caso) rendendo Tekeli-li un disco molto più compatto rispetto al suo predecessore, forti anche di una sezione ritmica davvero sopra le righe. “Antarctica”, “The Elder Things” e “The Ascend” mostrano chiaramente come la direzione sia ancora più travolgente, vorticosa e serrata di quanto fatto in passato, con giochi e climax melodici non troppo scontati e assai coinvolgenti; peccato solo l’azzardo di “Behind The Mountains” (che vorrebbe essere la chicca finale presumo) che nei suoi quasi 18 minuti si perde più volte e alla fine non si ritrova più, dimostrando come il gruppo non sia ancora pronto per brani così lunghi e dilatati.
A livello di atmosfere non c’è nulla che non vada se pensiamo al genere proposto; ma quando pensiamo che tutto il concept del gruppo si basa su H.P. Lovecraft e soprattutto in questo caso, quando il tema centrale, titolo compreso, è legato al racconto Le Montagne Della Follia (probabilmente fra i cinque migliori mai scritti dall’autore di Providence) qualche remora viene a galla. In tutta sincerità qui di incommensurabile o cosmico, di trascendente o inquietante, di spaventoso o ancestrale non c’è nulla, ed è in questo che sta il persistente problema dei The Great Old Ones: nessuno mette in dubbio la loro lettura dei testo di Lovecraft (sarei curioso di vedere il libro di illustrazioni allegato all’edizione speciale del disco), ma il sottoscritto si aspetta tutt’altro tipo di miasmi quando un concept è di un certo tipo.
Detto questo la bontà di Tekeli-li è innegabile, conferma quanto già fatto di buono e farà la gioia di tutti coloro che ancora divorano palate di post black metal.
(Les Acteurs De L’Ombre Productions, 2014)
1. Je Ne Suis Pas Fou;
2. Antarctica;
3. The Elder Things;
4. Awakening;
5. The Ascend;
6. Behind The Mountains