Dalle lande svedesi arrivano i Greenleaf, band rocciosa heavy stoner rock; il gruppo compie i primi passi nel lontano 1999 a Borlänge, lasciando il segno nel panorama psichedelico. Dopo diversi cambi di formazione e otto album pubblicati ad ergerli a pilastri inossidabili del genere, i Nostri tornano con il nono full-length della loro carriera dal titolo The Head & The Habit, prodotto dall’etichetta americana Magnetic Eye Records. Il progetto prende una piega sempre più definita e compie un’evoluzione precisa e completa, grazie anche ai testi interessanti del vocalist Arvid Hällagård su temi delicati e attuali e la ritmica polverosa di fuzz dissonanti, finalizzati a completare un lavoro diretto ed emotivo.
La traccia di apertura “Breathe, Breathe Out” non è altro che un urlo alla vita con un contorno martellante e un groove potente e dà il via all’album in modo impeccabile, grazie anche ai riff geniali e al ritornello energico. Segue “Avalanche”, con una cavalcata stoner rock massiccia che si traveste in doom metal per un pesante gancio serrato, una canzone che mantiene la ritmica gloriosa e si lascia andare lentamente alla chiusura melodica. “Different Horses” invece è una grande composizione, la migliore del lotto, con un ritornello delizioso e una batteria che funge da spirito guida malinconico, toccando corde sentimentali per una produzione brillante dove l’assolo di basso finale compie un lavoro affascinante. Con “A Wolf in My Mind” si tocca la psichedelia lunare per un piacevole racconto con uno strato di voci amplificate che ballano in una eccellente ritmica, diverso è il discorso nelle seguenti due tracce “The Obsidian Grin” e “The Sirens Sound”. A questo punto del disco la voce cambia direzione verso il blues per una rauca esecuzione vocale e poi spicca il progressive metal devastante che avvicina le tematiche a quelle di un’altra band svedese, i Deville. Ci avviciniamo alla fine e ci soffermiamo su altre chicche da tenere d’occhio come la distorsione classica anni Settanta di “Oh Dandelion”, un brano di semplice fattura che invita l’ascoltatore a un balzo danzante in un’atmosfera oscura. Gli otto minuti significativi di “The Tricking Tree” poi vedono ancora i Greenleaf sperimentare verso orizzonti personali. La chiusura viene affidata al riverbero magico di “An Alabastrine Smile” e alla sua chitarra che ti entra nelle vene nuotando a dovere sulla grande qualità vocale di Arvid, con una bellezza interiore da pelle d’oca per un finale inaspettato.
The Head & The Habit è un lavoro esplosivo da gustare fino all’ultima nota. Con questo album i Greenleaf confermano a pieno le proprie intenzioni cercando di avvicinare all’ascolto accurato le generazioni future.
(Magnetic Eye Records, 2024)
1. Breathe, Breathe Out
2. Avalanche
3. Different Horses
4. A Wolf In My Mind
5. The Obsidian Grin
6. The Sirens Sound
7. Oh Dandelion
8. The Tricking Tree
9. An Alabastrine Smile