A otto anni dalla loro fondazione è finalmente arrivato il momento di accogliere l’album di debutto di una delle realtà più interessanti dell’underground italiano. Direttamente dal varesino, che già ha saputo sfornare band di tutto rispetto quali Fuoco Fatuo e Devoid of Thought, gli Hadit hanno pubblicato lo scorso 7 maggio 2021 With Joy and Ardour Through the Incommensurable Path tramite Sentient Ruin Laboratories (vinile e digitale), Terror from Hell Records (CD) e Caligari Records (cassetta). Dare un valido seguito all’EP Introspective Contemplation of the Microcosmus era una prova tutt’altro che banale, visto il potenziale messo in mostra da quei quattro pezzi, ma senza alcun tentennamento il risultato viene conseguito con una solidità encomiabile.
Innanzitutto, un clima oscuro regna impervio durante tutto l’ascolto. Su questo c’erano pochi dubbi viste le coordinate del precedente lavoro, i cui spunti migliori vengono rafforzati e trovano ulteriore maturità in questo full length. Nei 37 minuti di ascolto si riescono a fondere elementi di vari sottogeneri del metal estremo; tutto ruota attorno a un death metal che richiama sia nomi storici come Incantation e Morbid Angel che altri del nuovo millennio come i Grave Miasma, ma c’è anche spazio per accenni black, in stile Inquisition o addirittura Archgoat. L’atmosfera criptica e arcana è un aspetto che accomuna le band da cui i Nostri sono stati influenzati e riguarda anche i testi, ispirati alla letteratura di Crowley e Lovecraft tra gli altri così come ai passaggi più sibillini di alcune antiche dottrine monoteiste.
Come nel caso dell’EP si entra velocemente nel vivo dell’ascolto, ma l’approccio diretto di With Joy and Ardour Through the Incommensurable Path può contare in un passo in avanti decisivo, il songwriting più maturo e completo. Nei cinque minuti dell’opener “The Unfathomable Omnipresence of the Sister of Sleep” vengono racchiusi tutti gli elementi che nel corso dell’ascolto verranno ripresi: riff magistralmente aggregati, tra accenni a un doom metal funesto e ritmi più serrati, e un’atmosfera asfissiante. I brani continuano a scorrere e non lasciano nessun attimo di tregua, una rabbia perfida e sregolata che viene rilasciata da ogni passaggio, e quando ne ha la possibilità non esita a sfoderare nuove sorprese, come le chiare influenze black metal di “The Shredder of the Most Rooted Archetypes”. Anche la produzione merita una menzione, dato che permette a ogni elemento di distinguersi con chiarezza nel muro del suono che si forma, con suoni nitidi eppur in grado di formare un risultato infernale.
La genesi di questo album è stata travagliata, essendoci voluti sei anni di attesa dopo la precedente uscita e con le registrazioni che sono iniziate nel 2019, ma tutti gli sforzi hanno contribuito alla realizzazione di un debutto convincente. Gli Hadit con questo rituale arcano hanno sfruttato al meglio il loro potenziale, e certamente un primo full length di questa caratura non è materiale che si sente con molta frequenza. A primo impatto il disco lascia sicuramente soddisfatti, ma solo addentrandosi nei sette pezzi e riprendendoli più volte si riesce a constatare la loro maturità.
(Sentient Ruin Laboratories, Terror from Hell Records, Caligari Records, 2021)
1. The Unfathomable Omnipresence of the Sister of Sleep
2. A Digression and Her Eternal Domain Above the Atmosphere
3. The Quest for Hearts and Conquest of Time
4. The Submission of Rage for Propulsion Divine
5. The Shredder of the Most Rooted Archetypes
6. The Retaking of Meaning of Joy and Ardour…
7. … On the Incommensurable Path