Dopo una prima, breve, parentesi dedicata allo screamo, gli Haunter hanno intrapreso la strada del metal estremo con una mentalità molto aperta, visto il loro sound dalle ampie vedute che non si fa problemi a prendere a piene mani da molteplici stili. Dopo una sfilza di lavori che ne hanno segnato la crescita, un lavoro che ha avuto un impatto notevole nella loro carriera è stato il secondo album Sacramental Death Qualia, che ha permesso loro di fare grandi passi in avanti. Spartiacque della loro carriera dalla maturità spiazzante e dallo stile eclettico, il precedente lavoro ha portato la band texana alla firma per Profound Lore Records e ha reso alte le aspettative su questo Discarnate Ails, disco uscito lo scorso 6 maggio.
Se c’è un cambiamento che si può notare nel sound degli statunitensi, questo si cela dietro la densità maggiore del nuovo album, in cui le successioni furiose di scenari non lasciano attimo di respiro, a differenza del predecessore dove apparivano anche momenti di momentanea distensione. Togliendo da Sacramental Death Qualia le incursioni in acustico e ampliando la scabrosità delle composizioni, si arriva a quanto proposto in Discarnate Ails, una congiunzione equilibrata tra black, death e progressive metal. La volontà di amalgamare in mezz’ora di ascolto scelte eclettiche e complesse, alcune più asfissianti e altre maestose è sicuramente ambiziosa, e nel corso dei tre brani viene gestita senza forzature. Il primo pezzo, “Overgrown With The Moss” apre le danze presentando il sound dei Nostri a metà tra l’aggressività rocciosa e aperture solenni, ma sempre spietate. Questo brano, insieme al successivo e più breve del lotto “Spiritual Illness”, compone la prima metà dell’ascolto, più viscerale e schietta all’orecchio. Segue, in chiusura, “Chained At The Helm Of The Eschaton”, che coi suoi quasi 14 minuti ha parecchio tempo a disposizione per continuare a osare ampliando i confini stilistici del disco, e infatti il risultato appare ulteriormente colossale e articolato, pieno di sfaccettature e di metamorfosi, a consolidare lo spirito multiforme del quartetto.
Uno degli aspetti migliori di Discarnate Ails è come la sua natura intricata non vada mai a incidere negativamente sulla linearità dell’ascolto con scelte pretenziose, è tutto equilibrato per far risaltare al meglio l’atmosfera malsana dell’ascolto, ma senza strafare. Proprio il concetto di equilibrio è elemento centrale dell’album e ha permesso ai texani di modellare questo sound monolitico, trovando il giusto bilanciamento tra tutte le parti, senza che sfuggano sbrigativamente né tantomeno che risultino ridondanti. Dopo il precedente e sorprendente lavoro gli Haunter non sono mancati all’appuntamento con la conferma del loro valore, e ora è chiaro come si stiano assicurando un posto di rilievo nel panorama internazionale del metal estremo.
(Profound Lore Records, 2022)
1. Overgrown With The Moss
2. Spiritual Illness
3. Chained At The Helm Of The Eschaton