La band australiana Hazards of Swimming Naked pubblica a livello internazionale il loro storico album di debutto Our Lines Are Down, che coincide con il 12° anniversario di nascita del gruppo, una celebrazione importante simbolo dell’enorme sintonia di questo collettivo, che con il loro lungo percorso di sinfonie scintillanti e un songwriting incantevole, narrano storie uniche avvolte nella malinconia. Il disco viene distribuito dall’etichetta Bird’s Robe Records, che in quest’ultimo anno festeggia l’attività, con questa ennesima ristampa, di una band solida ed emozionante. Il sound prettamente teatrale avvicina l’ascolto cinematografico e complesso in stile Mogwai e Godspeed You! Black Emperor, lasciando quel margine di interesse diverso, verso più semplici sonorità alternative rock. Infine nei riff centrali e sui vari cambi si nota il forte carisma post rock che li ha contraddistinti in tutti questi anni, centrando in pieno un genere prezioso e sensibile.
“Requiem” apre uno scrigno misterioso, che con cura incastra il monologo amplificato e un arpeggio stupendo. Poi all’improvviso il mondo caotico e rumoroso prende vita, dentro una cavalcata monumentale, collegando la seguente “I’m a Friend of Edward J Stevens”, un brano delicato con un giro di chitarra triste, che trasmette una malinconia leggera in memoria di un antenato caduto in guerra, lasciando un significato unico e indimenticabile. In “Sparks Fly” invece si torna alle sonorità più classiche, su un riff infernale che completa la composizione a dovere, con un passaggio heavy nel finale. Il breve segnale di “Sveta Pace” accoglie nel suo limbo la seguente “…And a Whole Assortment of Uppers and Downers”. Una traccia diretta e spedita, che regge l’urto a una ritmica corposa e una linea vocale calda nel sottofondo, per annunciare la fine di un’era. “Don’t Cry for me, Dario Argento” è una ballata meticolosa e dormiente. Un chiaro omaggio sofisticato al regista italiano, sotto un’atmosfera oscura e brillante, che ci porta in un luogo nero senza via d’uscita.
L’album rallenta la sua corsa, con delle sensazioni che cambiano l’umore e su vibrazioni sussurrate. Infatti brani come “Dreams Don’t Come True, That’s Why We Dream” e “Kip Keino” hanno uno stile ricercato, con tematiche più libere e orecchiabili, abbandonando per un po’ il paradiso aggressivo, alla ricerca di una nuova luce nel buio più assoluto. Verso la fine poi troviamo una gemma nascosta, che ci sorprende in maniera incredibile: sulle note mistiche di “Aabar Dekha Habe” il richiamo etnico e tribale si lascia andare a una delle tracce più belle e riuscite dell’intero album, dove il silenzio spazza via la rabbia e le sfuriate pesanti. Il disco infine si chiude con un rintocco di campane e la chitarra dolce di “Reverie”, dove la batteria cammina sopra un filo sottile, per un’opera in perfetto stile post rock e una sinfonia magistrale.
I ragazzi di Brisbane ci deliziano con un album particolare, per dare conforto nei momenti più scomodi della vita, lasciando un insieme di emozioni infinite e sognanti.
(Bird’s Robe Records, 2021)
01. Requiem
02. I’m a Friend of Edward J Stevens
03. Sparks Fly
04. Sveta Pace
05. ..And a Whole Assortment of Uppers and Downers
06. Don’t Cry For Me, Dario Argento
07. Dreams Don’t Come True, That’s Why We Dream
08. Kip Keino
09. Aabar Dekha Habe
10. Reverie
8.0