Con il recentissimo “Mass Grave”, gli Hierophant hanno completato la transizione dal “post hardcore” della loro prima parte di carriera al death metal attuale. Di questa evoluzione, della loro nuova etichetta Season of Mist, della “scena” italiana ed altro ancora abbiamo parlato con la band, per tramite di Lorenzo Gulminelli, chitarrista, principale compositore ed ormai, dopo l’uscita dalla band dell’ex cantante Carlo, autentico frontman del combo romagnolo.
Mass Grave si inserisce in un percorso di brutalizzazione del vostro suono ed è, mi sembra, l’esito più ovvio (che non vuol dire banale) di Peste. Voi avete sempre rivendicato la volontà di essere il più diretti possibile: nel nuovo disco sento molti pezzi assai brevi, ma che pure conterrebbero idee per portarli ad un minutaggio più elevato (una per tutte, “Forever Crucified”). È stata una scelta consapevole questa di mantenerli molto brevi? Il voler essere più diretti possibile, a costo di “tagliare” dei brani che avrebbero potuto svilupparsi maggiormente?
Le canzoni brevi ci hanno sempre rappresentato, lo considero a questo punto un po’ un trademark di questa band e la scelta di mantenere questo nostro standard è stata del tutto consapevole. Non vi è stata alcuna forzatura e nessun taglio voluto durante la scrittura di brani così strutturati in quanto, appunto, siamo abituati a dinamiche simili. Questo è quello che esce naturalmente dal nostro songwriting e il pensiero che alcune idee si sarebbero potute sviluppare maggiormente credo sia più che lecito, ma molto relativo e personale.
Siete tornati al Pit Recording Studio di Taylor Young (batterista dei Nails, fra gli altri), che aveva già mixato Peste; stavolta però vi avete svolto l’intero processo di registrazione. Cosa vi ha convinto in particolare a scegliere questo studio?
Taylor è una persona per la quale proviamo grande stima, sin dal primo mix di Peste ha sempre mostrato molta professionalità e buon gusto, è una persona con la quale c’è un sacco di affinità musicale, una persona davvero in gamba. Queste motivazioni ci hanno spinto fino a Los Angeles, per poter lavorare a stretto contatto con lui e siamo molto soddisfatti delle scelte fatte a riguardo.
Mass Grave esce sotto Season of Mist, una delle label più importanti del panorama estremo europeo. Vorrei chiedervi come siete arrivati all’etichetta francese e se avete parlato col suo boss Michael Berberian del suo famigerato post sulle band italiane…
Season of Mist ha mostrato interesse nel lavorare con noi, e in quanto label di grande spicco per la nostra musica, abbiamo ritenuto necessario portare avanti questa collaborazione. Tutta l’odissea creatasi dopo il post di Michael a noi personalmente non riguarda. Lui ha espresso un suo parere e la gente, di conseguenza, ha reagito. Credo ci sia davvero sempre e comunque troppo “parla parla” nella scena musicale… onestamente, se possibile, non vogliamo minimamente farne parte.
Come si svolge il vostro processo compositivo? Entrate in sala prove con idee già ben definite, oppure seguite l’ispirazione del momento? C’è un compositore principale?
Non abbiamo un vero e proprio processo compositivo definito. Principalmente compongo io (Lorenzo) i riff poi tutti assieme, in sala, vediamo di dare un senso compiuto e di trovare una struttura sensata.
Dal post-hardcore sbilenco e belligerante dei primi lavori, oggi mi sembra che gli Hierophant possano essere definiti un gruppo death. Anche a livello iconografico vi siete spostati molto su quelle coordinate, come si evince dalle copertine degli ultimi due dischi. Vi ritrovate in questa definizione?
Assolutamente sì. Chi più, chi meno, abbiamo sempre avuto una vena death metal e questa volta, con Mass Grave, siamo usciti decisamente allo scoperto.
A cosa è stata dovuta la separazione dal vostro ex cantante, Carlo?
Questioni personali.
Avete suonato in quasi tutti i continenti (credo che vi manchi solo l’Africa). Dove vi siete trovati meglio a livello di pubblico e di organizzazione? In Italia la situazione fa così schifo come si dice di solito?
Uno dei posti migliori dove abbiamo suonato credo sia proprio l’America. Se parliamo di organizzazione ti direi di sicuro tutto il centro Europa, dove nessuno sbaglia mai una virgola e la professionalità è sempre al primo posto. Per quanto riguarda l’Italia ci sarebbe, a mio avviso, da aprire un capitolo enorme quindi preferisco giusto dirti che ultimamente le cose per noi stanno girando, per fortuna, molto meglio anche nella nostra terra.
Domanda connessa alla precedente. Venite da una zona (la Romagna) dove l’underground sembra ribollire di band ed eventi; anche nel resto d’Italia, in questo momento, i concerti sono all’ordine del giorno, band di ogni tipo – dal DIY più disperato fino a quelle sostanzialmente professionali come voi – suonano ed organizzano concerti nei posti più disparati, dagli squat ad insospettabili baretti di paese fino a locali veri e propri. Vi sembra migliorata la situazione negli ultimi anni? E non pensate che, d’altro canto, questa “inflazione” di eventi sia in parte controproducente? Certe volte penso che ci siano in giro più band delle persone disposte ad andarle a sentire…
Ci sono un’infinità di band, tutti vogliono suonare e tutti hanno il diritto di farlo. Il problema non credo stia nell’aver questa voglia irrefrenabile di organizzare concerti, ma nel pubblico (e qui mi collego alla domanda precedente)… in Italia, come un po’ nel resto del mondo, la famigerata “scena” musicale viene il più delle volte rovinata da tutta questa infinita ondata di bla bla bla, persone che continuamente sparlano dietro ad uno schermo, persone che sanno solo sputare sentenze sugli altri, persone che magari nemmeno hanno mai imbracciato uno strumento, e comunque parlano, i cosiddetti trash talkers. Brutta razza. Questo credo sia fondamentalmente il reale motivo per il quale, alla fine, tutto va a rotoli, e di conseguenza a questo “l’inflazione” diventa all’improvviso controproducente.
Faccio un’affermazione più che una domanda. Molti vi accostano ai The Secret, specie (presumo) perché Lorenzo milita/ha militato in entrambe le band. Per me le somiglianze sono irrilevanti, soprattutto oggi. Che ne pensate?
I The Secret sono stati una grandissima fonte di mia ispirazione, specialmente per quel che riguarda il primo disco degli Hierophant, e non ho alcun problema ad ammetterlo. É la pura verità. Arrivati dove siamo arrivati, questa storia della somiglianza inizia ad essere davvero un po’ di troppo e sono personalmente molto stufo di dover sempre far fronte a questioni simili. Credo sia più che altro un’abitudine accostare queste due band, ormai è un trend che da tot tempo va avanti quindi, come pecore nel gregge, è giusto seguirlo… Suono in entrambe le band e nessuno meglio di me penso possa affermare questo.
A proposito di The Secret – e scusandomi se vi domando di un’altra band – potete darci qualche buona notizia?
Mi astengo dal risponderti.
Quali sono le band (se ci sono) che pensate abbiano oggi maggiore influenza sugli Hierophant?
Sono tante le band che nel tempo hanno per noi lasciato un segno e ci hanno influenzato. Siamo fortemente ispirati da tutto ciò che è estremo e cattivo anche se non è il nostro obiettivo essere qualcosa che già esiste.
Diteci il nome di 3 band (tuttora attive) con cui vorreste andare in tour.
Cannibal Corpse, Mayhem, Morbid Angel.
Come da tradizione l’ultima parola spetta alla band. Insulto libero!
Grazie per l’intervista. Ci vediamo in giro. Viva il metal.