Hypervirulence Architecture è il secondo album degli Hissing, la cui esplorazione dei limiti più malsani del metal estremo continua imperterrita. L’anima della loro musica è la componente caotica che avvicina il loro death metal a quello degli australiani Portal, com’era chiaro sin dal precedente Permanent Destitution e dai vari EP e split pubblicati (escluso l’EP Burning Door del 2019, release prettamente noise). Il secondo full length della band statunitense è galvanizzato da una maggiore espressività, che non muta affatto la frenesia generale, ma la rende più tagliente ed estasiante.
La partenza è una mitragliata precisa e letale, che sancisce chiaramente il ritorno del trio con tutta la propria violenza. Dietro l’anima spietata si nasconde anche un songwriting particolarmente abile nel rendere le atmosfere alquanto asfissianti con avanzate a testa bassa, arrangiamenti obliqui e accenni più atmosferici. Una chiara constatazione della poliedricità delle composizioni è il terzo pezzo “Operant Extinction”, il più lungo del lotto con i suoi dieci minuti e mezzo, al cui interno si alternano passaggi feroci e diretti ad altri momenti cadenzati ma comunque incisivi, e la linearità dell’ascolto non ne risente. Imponente e angusto, Hypervirulence Architecture si può descrivere come un incubo da cui non si può uscire, in cui ci si ritrova oppressi nel caos, e si può solo sottostare in questo scenario senza pietà. Dopo l’intermezzo “Hypervirulence” si entra a testa bassa nella seconda metà dell’ascolto con gli spunti dissonanti e sinistri di “Intrusion”, e ogni strumento continua a esprimersi al meglio nello spazio a disposizione. Le chitarre sono una macchina da riff a pieno carico, mentre batteria e basso irrobustiscono il tutto. Ne risulta un incidere imponente che non cala mai d’intensità, e arriva agli attimi conclusioni con composizioni sempre più dritte al punto, il cui culmine dell’aggressività è l’epilogo “Meltdown”.
Con Hypervirulence Architecture il death metal degli Hissing si dimostra propositivo e diligente nel cercare una proposta quanto più caotica e infausta possibile. La band statunitense non si è ancora elevata ai livelli di formazioni storiche per il metal estremo, ma ne segue fedelmente le orme mettendoci comunque del proprio e rendendo la propria proposta sempre più letale, lavorando sul potenziale espresso dal veemente debutto Permanent Destitution.
(Profound Lore Records, 2022)
1. Cells Of Nonbeing
2. Hostile Absurdity
3. Operant Extinction
4. Hypervirulence
5. Intrusion
6. Identical To Hunger
7. Meltdown