Ho sempre considerato il progetto principale di Buster Odeholm, ovvero gli Humanity’s Last Breath, un ottimo esperimento. La furia e la rabbia interiore di questo ragazzo svedese hanno subito un’intensificazione a partire dal suo primo lavoro Structure Collapse del lontano ormai 2011. Buon lavoro, ma sicuramente acerbo. Gli HLB nel corso degli anni hanno saputo evolversi e mettono nel loro miscelatore sonoro elementi come deathcore, downtempo, black metal e semplicemente innovazione. Il tutto ovviamente è prodotto dannatamente bene. Questo Välde è un disco difficile e assolutamente non adatto a tutti, e ciò a mio modo di vedere lo rende una perla rara.
La doppietta iniziale “Dodsands” e “Glutton” è semplicemente micidiale. Le stridule chitarre in tremolo generano ansia e vengono subito incalzate da dei blast beat violentissimi. Giusto per far capire cos’hanno in mente. Un altro elemento fondamentale della proposta del combo nordico sono i breakdown: ruvidi, brutali e messi al punto giusto così da non risultare stucchevoli o banali. Le chitarre e la sezione ritmica in generale sono molto ben coordinate e stratificate, infatti creano un muro sonoro molto denso. Come dicevamo nell’introduzione la produzione è divina, d’altronde il buon Buster sa il fatto suo, avendo come clienti band del calibro di Born Of Osiris, Vildhjarta (di cui fa parte) e Oceano giusto per citarne alcune. Il singolo “Earthless” riassume tutta la proposta di questo Valde: suoni disturbanti, growl cavernoso, reverse chug molestissimi e, per non farsi mancare nulla, chitarre eteree e sognatrici. Semplicemente pachidermica la canzone “Tide”, non soltanto per le parti “cattive”, ma anche per quelle armoniose. A volte mi sembra di riascoltare i primi Fallujah. Ottima anche la voce pulita del cantante in questi frangenti, passatemi il termine paradisiaci, non esagera mai, fa sempre il suo compito molto bene. Altro aspetto interessante del comparto vocale è quando viene affiancata dal vocoder, così da rendere il tutto più alieno.
Insomma, Välde è un disco davvero interessante che scivola via senza sbavature. Un altro ottimo lavoro pieno di spunti interessanti dopo Abyssal uscito nel 2019. Con questo nuovo tentativo gli Humanity’s Last Breath provano a pensare al futuro del complesso scandinavo. Si vede che rigettano i vari stereotipi del genere a favore di uno stile più complesso ricco e di tante sfaccettature.
(Unique Leader Records, 2021)
01. Dödsdans
02. Glutton
03. Earthless
04. Descent
05. Spectre
06. Dehumanize
07. Hadean
08. Tide
09. Väldet
10. Sirens
11. Futility
12. Vittring