Gli Hymn sono un duo norvegese, che risulta attivo dal 2011 e giunge all’esordio sulla lunga distanza con questo Perish (pubblicato dalla sempre attenta Svart Records), dopo un EP autotitolato del 2014. I duo chitarra/batteria non sono ormai più una novità, essendo ampiamente sdoganati ormai anche in ambito estremo: ci vengono in mente Black Cobra, Mantar, Bölzer, Hate & Merda… certo, per chi scrive rimane la perplessità legata all’assenza del basso, cui non tutti riescono a sopperire (specie in sede live). Non ci pare però il caso degli Hymn.
La band scandinava propone un robustissimo sludge, talvolta affine al doom più funereo, talvolta contaminato col black metal. A parte l’intro “Ritual”, il disco si compone di pezzi ottimamente costruiti, ciascuno con una propria identità, anche grazie a riff mai banali od eccessivamente elementari, che si stampano in testa. “Rise” può essere considerata il manifesto della band: un brano oscuro, soffocante, che nella seconda parte rimanda molto agli inglesi Conan, specie per la linea vocale. La successiva “Serpent” è meno monolitica ed a tratti vicina ad un black/death che ci ha ricordato i Triptykon (o i Celtic Frost di Monotheist), specie nella parte finale. “Hollow” è forse il brano più cupo e disperato, tanto da averci ricordato gli svedesi Abandon, probabilmente il gruppo più negativo mai apparso sul pianeta: ci troviamo in questo caso più in territori doom. Ancora tra sludge e black le due conclusive “Spectre” e “Perish”, la prima più aggressiva, la title-track maggiormente dilatata. Merita in generale di essere esaltato il lavoro della batteria, eccellente nel saper riempire tutti gli spazi: anche per questo – oltre che per un’oculata gestione dei suoni – l’assenza del basso non si sente minimamente.
Perish è senz’altro uno dei migliori dischi “sludge” (virgolette d’obbligo considerate le contaminazioni) che ci sia capitato di ascoltare da molto tempo a questa parte. Pur non trattandosi di una proposta particolarmente originale, è però assai personale e dotata di un non comune equilibrio di tutti gli elementi: “pesantezza”, melodia, dinamismo, ferocia. Una grande scoperta.
(Svart Records, 2017)
1. Ritual
2. Rise
3. Serpent
4. Hollow
5. Spectre
6. Perish