Gli If These Trees Could Talk, al loro terzo lavoro in studio, ci sorprendono innanzitutto per la grazia e l’eleganza dell’artwork. Non altrettanto buono è il primo impatto con la musica: “The Bones of a Dying World” è un brano basato su strutture semplici e in certi momenti possiamo quasi ascoltarlo pensando non più al post rock, quanto piuttosto ad un ritorno al rock, ravvisando strutture classiche “verso-ritornello-verso-ritornello-special”.
Sono sempre presenti le lunghe progressioni, ma senza le ascese nella dinamica e nei volumi che caratterizzano il genere, insistendo piuttosto su un sound aggressivo: sembra quasi che il quartetto di Akron tenti di avvicinarsi ai Russian Circles, o ai Toundra, puntando su registrazioni più pulite e un sound più moderno. I lunghi ed eleganti fraseggi e i temi di chitarra sono il punto forte del disco, che però risulterà ai più avvezzi al genere già sentito, sia nel sound che nelle atmosfere. L’album, tuttavia, viene tirato fuori dalla mediocrità da pezzi come “The Giving Tree”, che non solo sono registrati bene, con un bel sound e una bella progressione, ma che presentano anche lunghi ed epici solo di chitarra e qualche momento math.
Ma non basta. Per dirlo in parole povere, in un’epoca in cui bisogna confrontarsi con band come i succitati Russian Circles e Toundra, avendo tre chitarristi a disposizione e vedendo i precedenti lavori della band, ci si aspetterebbe qualcosa in più: il paradigma “doppia pennata, basso con la distorsione, batteria math e via in lunghe ascensioni” non basta. Anche se il risultato è più che gradevole.
(Metal Blade Records, 2016)01. Solstice02. Swallowing Teeth03. Earth Crawler04. After The Smoke Clears05. The Here And Hereafter06. Iron Glacer07. The Giving Tree08. Berlin09. One Sky Above Us