Gli Inner Cabala sono un progetto che al suo interno vede musicisti arrivare dall’Olanda, dalla Romania e dall’Italia. Queste diverse radici culturali si riversano nella composizione di questo loro album di debutto; We Are Solitude è un album che di base va inserito nel filone post-metal, un genere che ha visto una netta impennata di nuove band, con una notevole quantità di dischi belli se non bellissimi. Dove si collocano i Nostri? Non nelle primissime posizioni – sono sempre al primo lavoro nonostante tutti abbiamo pregresse esperienze – ma certamente stanno in alto in una ipotetica classifica di merito e qualità.
L’album, come detto, parte dal post-metal, qui suonato con piglio deciso, con un riffing serrato, a tratti polveroso – la produzione di Caleb Andrew Bingham è molto compressa, andando così a sporcare, credo volutamente, il sound finale – lasciandosi poi andare a momenti più delicati, con passaggi ricchi di pathos e qui siamo in territori prog metal, di quello moderno, che strizza l’occhio anche a sonorità elettroniche, andando così ad aumentare la quota catchy di alcune canzoni (“Hollow” ne è l’emblema, una potenziale hit con quel coro che ti si pianta in testa già dal primo ascolto, e pazienza per la sua struttura didascalica, che si legge in anticipo: il brano è ottimo!). Tutti i musicisti coinvolti dimostrano di possedere una buona tecnica e Pim Limburg, il cantante, dimostra di trovarsi a suo agio sia nelle clean vocals che con lo scream. Tra le due versioni della band io preferisco quella più melodica, perché trovo che il quintetto sappia meglio destreggiarsi attraverso momenti intimistici che vanno ad abbattere la distanza tra loro e l’ascoltatore. Quando prendono i Leprous, li vanno a mescolare con i Mogwai, spruzzandoci sopra un po’ di Rishloo e Soen, ecco, quello che ne esce è semplicemente bello, evocativo, emozionante. Quando invece i brani si incattiviscono, sposando l’irruenza tipica del post-hardcore, a mio avviso la band perde aderenza, mi va via di culo ed esce rocambolescamente fuori strada. Perché nel suonare cattivo ci vuole anche una giusta maturità, una consapevolezza in quel che si va a creare. Suonare cattivi per impressionare senza avere il physique du rôle è un paravento che dura pochissimo.
Se gli Inner Cabala andranno a lavorare su questo aspetto – e sostanzialmente hanno due strade: eliminare la componente post hardcore oppure migliorarla, rendendola congeniale nell’economia delle composizioni – potremmo avere tra le mani una delle migliori band in ambito post-metal, dato che We Are Solitude, già da ora, è un primo passo che promette bene per il futuro.
(Cabala Records, 2025)
1. We Are Solitude
2. Mediocrity Divides I
3. Feathers
4. Crippled Reality
5. Of Time Rejoiced
6. Hollow
7. The Remnant
8. Sembiance
9. Mediocrity Divides II