La fredda Svezia è ben conosciuta per il suo ruolo nello sviluppo sia del death sia del black metal, così come ben note a tutti sono le caratteristiche di questi generi musicali, tanto da venire generalmente catalogati sotto il termine scandinavian. Gli Irkallian Oracle (Irkalla nella cultura babilonese era l’inferno da cui non vi è ritorno) sono la classica pecora nera in mezzo ad un gregge oramai ben omologato a determinate correnti “modaiole”. La loro musica rispecchia terrori d’oltreoceano, con la mente ben rivolta ad elucubrazioni mistiche e abissi senza fine. La band stessa, formata da turnisti che si alternano in diverse funzioni e con diverso impegno, assume i connotati di un esemble che cresce e si sviluppa fino ad avere una identità propria ma in continuo mutamento.
Il mondo sonoro degli Irkallian Oracle è nero come la pece, un death/black profondo e senza spiragli di luce, che indubbiamente deve molto ai Portal, senza però raggiungere gli estremi di caos degenerante che gli australiani spesso lasciano a briglia sciolta. La musica degli svedesi (pare suoni nella band anche V. Kusabs dei Vassafor) assomiglia ad un inquietante verme conquistatore che striscia continuamente in buie gallerie sotterranee, senza che ci siano esplosioni di violenza enormi (cosa che invece caratterizza gli spagnoli Altarage) o cambi di tempo significativi durante una singola canzone. Nonostante tutto, l’atmosfera mistica che permea le canzoni, ben consci anche delle tematiche trattate, rende Apollyon più intrigante del platter precedente, e a conferma del nome assume i toni di una vera e propria rivelazione.
Con questo disco parliamo di abissi nei quali non giunge luce alcuna, e che per chi non è avvezzo a queste particolari deviazioni del black/death Apollyon potrà risultare noioso e sfibrante. Tale ripetuta violenza sonora, che diventa pure ritualistica nel suo marcescente incedere, prosegue indifferente delle vittime che si lascia dietro, con un’efferatezza che non potrà non far godere gli amanti del genere. Gli svedesi si confermano pertanto come una delle realtà più interessanti della progenie che i Portal hanno generato dal loro orrido utero.
(Nuclear War Now! Production, 2016)
1. Reflections
2. Conjuring The Expulsed
3. Sol
4. Elemental Crucifixion
5. Apollyonic Enstasis
6. At The Graveyard Of Gods