I JAAW sono un nuovo supergruppo martellante e corposo nel quale spicca la presenza scenica di Andy Cairns (vocalist carismatico della band alternative metal Therapy?). Il loro sound massiccio prende spunto dal post-industrial, con molte vibrazioni crossover e una sensazione di limbo sospeso che arriva oltre i confini più nascosti. Questa macchina infernale e di grande impatto sonoro nasce a Londra, viaggiando in uno stampo prettamente anni Novanta, dove le molteplici influenze culturali trovano un terreno fertile e feroce fino a completarsi nelle melodie vocali ormai storiche di Andy, che cambiano forma ai brani in una qualità sperimentale e stravagante. In questo album di debutto dal titolo SUPERCLUSTER, prodotto per l’etichetta finlandese Svart Records, la band mostra i propri muscoli aprendo un vortice tecnico e lineare su un passaggio vibrante e distintivo.
Il tiro acido e oscuro di “Thoughts and Prayers (Mean Nothing)” avvia nel migliore dei modi questo disco, con una carica pesante e furiosa della batteria e una distorsione ruvida che abbraccia le parole confuse della voce prima di inoltrarsi in un attimo graffiante e delirante verso il finale. Segue il tempo robotico e distruttivo di “Reality Crash”, dove il noise di fondo si libera in una cavalcata energica e gloriosa. La linea vocale qui sperimenta le tematiche nauseanti stile Nine Inch Nails, esplorando una struttura polverosa e un’emozione rumorosa. Nel primo singolo di lancio “Rot”, invece, si descrive un irrequieto tempo macchinoso e inquietante con il tocco violento delle percussioni, prima di aprire un passaggio più morbido e malinconico nel ritornello. Una canzone difficile da interpretare, con una sorta di urlo liberatorio al suo interno che percuote l’anima. Il feedback sensibile di “Total Protonic Reversal” risveglia un sensuale e intenso meccanismo, che pian piano si tinge in un emozione glaciale e dissonante, fino a concludersi sul pad elettrico gonfio di personalità. La seconda parte dell’album ruota attorno a uno dei brani più riusciti, ovvero “Bring Home the Motherlode, Barry”: una traccia ipnotica dalle sembianze progressive metal, con un’esplosione devastante nella parte narrativa e personale della voce. La ritmica poi avvolge la notevole sfumatura originale della chitarra, tornando all’estremo orizzonte industrial stile Rammstein, per una definitiva ed emblematica composizione. Verso la fine ci soffermiamo sulla spinta travolgente di “Hellbent on Happiness”, la traccia più breve di questo lavoro, per poi goderci il viaggio intergalattico di “The Dead Drop” e una soddisfacente quantità di suoni importanti e ben strutturati. Come chiusura viene scelta una rivisitazione eccellente di “Army of Me”, brano caratteristico della cantautrice islandese Bjork, che lascia all’ascoltatore un ottimo spunto orchestrale e immaginario.
SUPERCLUSTER è un album riflessivo e pesante, con un tappeto emozionante di suoni e idee interessanti che il gruppo riesce ad inserire nel giusto ordine, con grande carisma e adrenalina.
(Svart Records, 2023)
1. Thoughts and Prayers (Mean Nothing)
2. Reality Crash
3. Rot
4. Total Protonic Reversal
5. Bring Home the Motherlode, Barry
6. Hellbent on Happiness
7. The Dead Drop
8. Army of Me