Jaye Jayle è un progetto solista sperimentale fondato dal musicista statunitense Evan Patterson che, a distanza di tre anni dal precedente lavoro lussurioso Prysin, si cimenta in una nuova avventura musicale. Nell’arco della sua carriera Patterson ha creato un percorso simbolico che combina tutta la musica roots americana con una scrittura sensazionale, conducendo l’ascoltatore nei paesaggi ruvidi e silenziosi di Louisville. Il processo graduale dei suoi brani poi trova spazio in nuove tematiche emotive, che sfociano in questo quarto album in studio dal titolo Don’t Let Your Love Life Get You Down, prodotto e distribuito dalla rocciosa etichetta tedesca Pelagic Records. Al suo interno si descrive a pieno il periodo incerto dell’artista, con alcune problematiche personali che hanno avuto un forte impatto sulla sua vita e con tanta buona volontà il Nostro riesce a trasmettere un segnale autentico di rinascita e speranza.
Con l’iniziale “Warm Blood and Honey” viene messo subito in luce un inno all’innocenza su una sfumatura country e un timbro oscuro, dove la linea vocale calda e corposa descrive una storia lucida e interiore. Segue subito il synth struggente di “The Party of Redemption“, un balzo potente che si traveste in una vena artistica sensibile e accogliente. In questo caso la sofferenza inizia a fare capolino tra le rovine di una città deserta, abbracciando una canzone stupenda che regge il tempo deciso e martellante della batteria, distogliendo l’attenzione verso sonorità elettroniche. Sulla parte finale del brano il testo maturo incastra le distorsioni in una confusione mentale, alterando l’atmosfera in modo eccellente. Il singolo di lancio “Black Diamonds and Bad Apples” ritorna indietro nel tempo su sonorità più sporche con un polveroso e intimo timbro ricercato: si tratta di una traccia preziosa che avvia a rilento il tocco vibrante delle percussioni e una pensierosa evocazione blues. Le stesse emozioni misteriose si percepiscono anche in “That Snake Bite”, un brano prettamente ispirato al poeta Nick Cave, soprattutto sulla parte vocale morbida e ripetitiva che si conclude in un passaggio finale caotico. La seconda parte del disco si materializza con il riff distorto di “Tell Me Live”, avvolto da un’aura silenziosa e familiare, fino ad incontrare l’oscurità inquietante sul tocco conclusivo. L’emozionante psichedelia lunare di “Waiting for the Life” rende la traccia una composizione splendida, la migliore in assoluto dell’intero lotto; il brano gioca con ricordi indelebili della mente in un posto sognante nel quale cullarsi. Prima di concludere ci soffermiamo sulle ultime due canzoni, passando prima per la poetica gloriosa e acida di “The Florist”, che spinge i confini musicali verso un tiro drammatico e sfuggente. Chiudiamo infine con due collaborazioni di spicco: Patrick Shiroishi al sassofono e Bonnie “Prince” Billy alla seconda voce, per un finale meditativo in “When We Are Dogs”, che completa quest’avventura melodica e malinconica.
ll compositore Jaye Jayle realizza un lavoro sensibile e teatrale che viaggia su sensazioni ruvide e attuali in un mondo sfocato e immaginario.
(Pelagic Records, 2023)
1. Warm Blood and Honey
2. The Party of Redemption
3. Black Diamonds and Bad Apples
4. That Snake Bite
5. Tell Me Live
6. Waiting for the Life
7. The Florist
8. When We Are Dogs