Il musicista crea, ed in quanto tale è responsabile della creazione di un piccolo mondo percepito solo da lui stesso. Le influenze esterne, quali odori, colori e suoni si traducono in una personale rielaborazione fatta di note ed armonia. Il musicista è quindi creatore e progenie egli stesso, guardia del proprio sapere e prigioniero della propria arte. E proprio da ciò si evince il significato stesso del titolo del primo lavoro del pianista Joep Beving; in termini filosofici, infatti, il solipsismo è una corrente di pensiero che afferma l’incapacità dell’essere pensante di descrivere il mondo intorno a sé in quanto frutto del suo medesimo pensiero. Solipsism si traduce così in un dialogo solitario dell’artista cui noi siamo chiamati gentilmente a prender parte. È il delicato e soffuso tentativo di una comunicazione esistenziale di un artista che sperimentando vuole potersi dire certo di vivere in un mondo comunicante.
Il pianoforte di Joep, registrato di notte, si circonda nella finezza della sua composizione dei rumori che lo circondano, parlandoci pacatamente durante tutto l’ascolto. A volte con un taglio più cinematografico, a volte con uno stile più chopiniano, tra leggerissimi sali e scendi siamo resi testimoni del flusso di coscienza dell’artista e del suo comunicare con l’esterno. Che con Solipsism il Nostro sia riuscito o meno nel suo intento non sta a noi deciderlo, ma ognuno di voi potrà immergersi in un dialogo intimo e decidere da sé.
(iaregiantrecords, 2016)
1.Midwayer
2. Etude
3. For Steven
4. Zoetrope
5. Saturday Morning
6. Day Dream
7. Sleeping Lotus
8. Wanderlust
9. The Lights She Brings
10. Reflection #2
11 Autumn