(Autoprodotto 2014)
1) The Eleventh
2) In Rows
3) Quiescence
4) The Reversionist
5) Ascension
6) The Sevents
Si parte con il sinistro e cosmico intro “The Eleventh”, poi subito si passa a “In Rows” e “Quiescence”, che ci fanno sprofondare in una malinconia doom dettata da chitarre corpose ritmi di batteria cadenzati. Si assiste poi ad un crescendo di aggressione e sofferenza prima di sprofondare in un pantano fatto di sludge e post metal. I saliscendi dell’intero lavoro, in particolare in “ The Reversionist” e “Ascension”, riescono molto bene a creare quel mix di sensazioni di quiete e tensione che si può percepire quando ci si ritrova negli angoli nascosti della nostra mente senza alcun punto di riferimento tangibile.
I John, The Void riescono a ferirci, fuori e soprattutto dentro, riescono a trasformare la loro cronica malattia interna in note e in musica. Non è cosa da poco in questo mondo musicale in cui tutti vogliono apparire “cattivi”, senza rendersi conto del fatto che la “cattiveria” è dettata solo ed esclusivamente dalla vera malattia interiore e dal disagio di alzarsi e viverla in piedi ogni giorno. Il quintetto ci offre dunque un EP davvero ben suonato (e ben confezionato, per essere un disco autoprodotto), posto su coordinate principalmente post metal / sludge con alcune incursioni in territorio drone/noise che donano un tocco di personalità a tutto il lavoro, riuscendo a dipingere una bella tela ricca di spunti davvero notevoli. Nei John, The Void si ritrovano le anime dei defunti Isis di Panopticon, si scorgono i fuochi fatui dei Cult Of Luna di Salvation, e si percepisce lo stato d’animo, che si trasforma da speranza in disperazione, tipico degli Amenra.
Ci segniamo dunque il loro nome e attendiamo il prossimo lavoro, sperando che qualche etichetta attenta a certe sonorità riesca ad intercettarli e a dare loro la visibilità che si meritano.
7.5