Un incontro improbabile è alla base del nuovo progetto avanguardistico dal nome Killing Spree, formato dall’incontro tra il sassofonista Matthieu Metzger e il batterista Grègoire Galichet. I ragazzi si conoscono in un tour in Giappone, ben lontano dalla Francia dalla quale entrambi provengono, e decidono di collaborare, stabilendo musicalmente di venirsi incontro a metà strada: Metzger era già sassofonista nella band post-rock Klone e Galichet milita e aveva militato in innumerevoli band black metal francesi (Deathcode Society, Glaciation, Kwoon, Vent Debout). Killing Spree, nome preso in prestito dall’ultima traccia del terzo album in studio dei Death, Spiritual Healing, sta a dimostrare come il duo non si vergogni di venerare lo storico gruppo americano, avendo dedicato a loro (come ai Meshuggah) ben due cover nel loro EP d’esordio del 2020 A Violent Legacy, sottolineando con ciò la direzione artistica ben precisa scelta fin dal principio. La diversità stilistica dai quali provengono i due ragazzi sembra apparentemente inconciliabile ma è ciò che riesce a rendere peculiare il progetto: Metzger vanta lunghe collaborazioni musicali come sassofonista nella National Jazz Orchestra e nella Marc Ducret Grand Ensemble, mentre Galichet proviene come già detto dall’ambiente del symphonic black metal.
Il sound di Camouflage!, primo lavoro in studio della band, sembra registrato in presa diretta, con un sound piuttosto sporco e grezzo che, per gli amanti dei generi pesanti, risulta spesso un plus ultra stimolante a cui prestare ascolto.Il disco si potrebbe definire come un jazzcore gravido di groove, tecnicamente scomponibile in tre punti fondamentali, semplici e precisi:
1) laddove ci dovrebbe essere una lead guitar c’è il sassofono di Metzger, pesantemente modulato ed effettato.
2) Galichet, intanto, fa quello che sa fare meglio, ossia intessere pattern ritmici complessi, sostenuti da un doppio pedale serratissimo.
3) I ragazzi amano terribilmente il metal estremo e non si vergognano di sbattercelo in faccia.
L’esperimento sassofono e improvvisazione ritmica nevrotica e (quasi) strumentale potrebbe ricordare i nostrani Zu e potrebbe addirittura trovare più che qualche innocua somiglianza. Se mettessi a confronto i brani del duo francese con quelli del quartetto italiano purtroppo farei fatica a rendermi conto dove inizia un progetto e dove finisce l’altro, anche se già sappiamo che gli Zu sono nati più di vent’anni fa. Quello che percepisco in Camouflage! è la curiosità di sperimentare il metal, giocando a riproporre il genere con strumenti non convenzionali e imprevisti. Può anche essere che il progretto Killing Spree sia semplicemente un divertissement, in aggiunta o magari in alternativa ai numerosi progetti musicali di Metzger e Galichet e che nulla comunque ne diminuirebbe la validità musicale.
Questo primo album è indubbiamente una bella prova, sostenuta dalla propria dose di ricercatezza: in definitiva, un ottimo ascolto al quale dedicare tempo e prestare la giusta attenzione.
(Klonosphere, Season of Mist, 2024)
1. A,C and B
2. Camouflage!
3. Disposable
4. The Psychopomp
5. Toute cette violence qui est en moi
6. All these bells and whistles – Part I
7. All these bells and whistles – Part II
8. 250 Slaves
9. Chanson de cirque – Corrida de muerte