I Kosmodome sono un nuovo e interessante duo della scena musicale norvegese, fondato a Bergen dai fratelli Sandvik, rispettivamente Sturle (chitarra e voce) e Severin (batteria). Come una stella luminosa si vanno ad aggiungere al firmamento del progressive, con il loro sound roccioso a tinte psichedeliche. Amanti dei suoni stellari, i Nostri viaggiano a ritmi intensi su tutta la cultura anni Sessanta: il loro sound è basato su un rock martellante dove i riff distorti si fondono a uno stoner vintage e un universo progressivo di grande impatto sonoro. In questo omonimo album d’esordio, prodotto per l’etichetta Karisma Records, il loro mondo dissonante e melodico prende vita sotto composizioni incredibili. Nel groove corposo della ritmica principale si immerge un insieme di passaggi lunghi e complessi che catturano l’ascoltatore in qualcosa di diverso e geniale, creando un atmosfera pesante e introspettiva. Nei testi vengono raccontate le diversità di questa vita e la condizione umana che sta subendo continui avvilimenti da parte del più potente.
La prima traccia “Enter the Dome” fa da intro a questo lavoro con un segnale sostenuto ed energico; l’organo carismatico si avvolge alla danza tribale e dopo una piccola esplosione ruvida si collega alla seguente “Retrogade”, un brano eccellente, che mette subito in mostra l’enorme livello tecnico del duo. Sulla linea vocale di Sturle si uniscono i cambi sfrenati e irregolari della batteria, sposando alla perfezione il viaggio onirico e sognante della chitarra che impreziosisce il percorso con un passaggio virtuoso. “Hypersonic” invece accende un meccanismo sporco e spedito del basso, poi sul cambio centrale i richiami a composizioni stile King Crimson sono notevoli, le seconde voci infine lasciano quel gusto particolare all’opera, che si chiude sull’assolo misterioso della chitarra. “Deadbeat” cambia decisamente il cammino al disco, con una struttura che accelera in chiave space rock e portando in scena una tematica delicata e sensibile dentro il suo vortice infuocato, arrestandosi infine sulle percussioni etniche grottesche. Le due seguenti tracce, invece, sono collegate tra loro da un filo sottile carico di distorsioni. “Waver I” esplode in modo aggressivo su un tappeto strumentale prezioso e rallenta sulla linea vocale, mentre nella seconda parte gli animi cambiano d’intensità: “Waver II” è uno dei brani migliori dell’album, sulla strofa troviamo una delicatezza dolce e malinconica, da brividi infiniti sulla pelle. Le sonorità stile Led Zeppelin si agganciano ai ritmi stravolti e acidi che fanno pensare a un brano degli storici Hawkwind. La sua incantevole cavalcata si conclude sul passaggio iniziale martellante. Con “The 1%” ci avviciniamo alla fine, con la sua composizione oscura che trova conforto sul giro di basso stupendo e lascia una sensazione unica e indescrivibile nei nostri pensieri; il ritornello aumenta di livello e continua a mettere in mostra il talento ricercato di questi ragazzi. Chiudiamo con “Orbit”, un brano molto lungo che si sgretola lentamente sui diversi cambi di tempo, inserendo una vena artistica magnetica sui vari stili musicali e di nicchia, per una conclusione di classe.
I Kosmodome sono una sensazionale scoperta in grado di trascinare gli appassionati del genere in un limbo sospeso e introspettivo, creando un meraviglioso racconto sperimentale.
(Karisma Records, 2021)
1. Enter the Dome
2. Retrogade
3. Hypersonic
4. Deadbeat
5. Waver I
6. Waver II
7. The 1%
8. Orbit