Prima di partire con la recensione della nuova fatica targata Kreator è doveroso porsi un paio di domande: riusciranno Mille Petrozza e Co. a realizzare un disco degno di nota (come praticamente sempre han fatto) e a rialzare le quotazioni del thrash teutonico, sceso ai minimi storici dopo i due scialbi dischi marchiati Sodom e Destruction usciti lo scorso anno? La genialità del chitarrista e cantante, da sempre aperto a nuove soluzioni, riuscirà ancora una volta a sbalordirci o a farci incazzare sul finire dei ’90 (anche se Endorama e figli restano dei dischi da rivalutare totalmente)?
Gods of Violence, manco a dirlo, vanta di una produzione assolutamente cristallina, lontanissima dal thrash marcio “da cantina” con cui i Kreator scaldavano le assi nei gloriosi ’80. Già dalla intro “Apoclypticon” si capisce che il disco avrà un’inclinazione decisamente epica, lontana dai cliché thrash e più vicina ad un certo tipo di speed/power metal tipico della terra germanica; intendiamoci, Gods of Violence è comunque un album di thrash metal tout court. L’epicità da “fine della guerra” salta all’orecchio anche in quello che è probabilmente il miglior brano del lotto: “Hail to the Hordes” è ciò che meno ti aspetti dai Kreator, un inno quasi molto più vicino a ciò che sanno fare i Tankard, quasi un coro da birreria cantato a squarciagola dal Nostro Mille.
Per concludere, dunque, le risposte alle domande arrivano da sole: sì, i Kreator sono riusciti nuovamente a rialzare le quote del thrash tedesco, sfornando un lavoro decisamente ispirato, privo di filler e cali di tensione (prendete appunti, cari Sodom), e sì, Mille si riconferma un artista dell’estremo a tutto tondo, senza paura di osare, anzi, capace di spostare l’asticella della violenza sonora sempre più in alto.
(Nuclear Blast, 2017)
1. Apocalypticon
2. World War Now
3. Satan Is Real
4. Totalitarian Terror
5. Gods of Violence
6. Army of Storms
7. Hail to the Hordes
8. Lion with Eagle Wings
9. Fallen Brother
10. Side by Side
11. Death Becomes My Light
7.5