Dopo 4 anni di silenzio dal loro debutto, gli spagnoli Krypticy tornano alla carica con la loro ultima fatica intitolata The Non-Return. La musica proposta è un onesto death metal senza tanti fronzoli, molto ben suonato, e ben arrangiato: un assalto sonoro che non fa prigionieri e non lascia prendere fiato tra un pezzo e l’altro. Un death metal che fa omaggio all’antica scuola, richiamando nomi come Suffocation, Benediction, Monstrosity, Atheist e simili, ma nonostante questo è anche capace di guardare avanti, mostrando idee compositive mai banali e spesso fuori dai canoni.
Cosa salta subito all’occhio su questo lavoro è la sessione ritmica: molto ben preparata e che non molla un attimo, con un bel basso in primo piano e batteria che segue a ruota, e che fortunatamente non rimangono sepolti dietro a chitarre iper-compresse come spesso accade. Ma la bravura e la preparazione tecnica non si ferma alla sessione ritmica: potrei infatti dire la stessa cosa per le chitarre, che presentano assoli sempre ben piazzati, ben suonati e mai banali, e per la prova del cantante che nonostante rimanga nei classici schemi del death/brutal riesce a non annoiare dopo poche canzoni. Questa nuova fatica dei Krypticy è molto bella: non annoia e fa venire voglia di riascoltarla più volte di seguito, questo grazie anche ad un minutaggio abbastanza contenuto (non arriviamo a quaranta minuti) per un totale di 8 canzoni che viaggiano ai mille all’ora. Come dicevo prima, la musica proposta non è banale, ed ogni pezzo presenta ottime idee, come ad esempio i vari cambi di tempo in “Hypatia”, dove il combo basso/batteria trascina il tutto come un treno in corsa. Le canzoni belle in questo album sono molte. “Texas Chainsaw Massacre” è molto catchy, scritta molto bene e fa scapocciare dall’inizio alla fine, o anche la più diretta “The Void” e la successiva “The Water Street Butcher”, che martella dall’inizio alla fine ed aggiunge un tocco di dissonanza e qualche riff black metal che non guastano mai; sono sicuro sarà in grado di scatenere l’inferno quando verrà proposta dal vivo. In “The Water Street Butcher” non sono solo i riff ad essere epici, ma anche il lavoro eseguito al basso merita una speciale menzione e la stessa cosa si può dire per la successiva “Ugh!” (titolo dell’anno). Il disco si conclude con “Krypticy” e “Virgins Recently Fucked Sacrifice” (forse la mia preferita del lotto) che potrebbero benissimo essere state scritte rispettivamente dai Deicide e dai Suffocation, e dico questo come complimento.
In conclusione, con The Non-Return, i Krypticy hanno saputo scrivere un album di ottimo death metal, scritto e suonato benissimo, che sa guardare al futuro rimanendo però fortemente ancorato ai canoni che hanno reso grande il genere.
(Violence In The Veins, 2024)
1. Infected Pharaoh
2. Hypatia
3. Texas Chainsaw Massacre
4. The Void
5. The Water Street Butcher
6. Ugh!
7. Krypticy
8. Virgins Recently Fucked Sacrifice