5 marzo 2013. Una data significativa per l’uscita del settimo capitolo della discografia dei Lamb Of God. In tale data il frontman Randy Blythe venne assolto dalle accuse di omicidio ai danni di un ragazzo ad un concerto tenutosi in quel di Praga nel 2010. Un’esperienza tanto terribile quanto intensa per il cantante statunitense, che ha pensato di riversare qui le sensazioni degli ultimi tempi: “tempesta e impeto”, questo il titolo del nuovo album. Si tratta di un disco intenso e monolitico, significativamente diverso dai capitoli precedenti.
Questo nuovo lavoro risulta fresco e moderno e ci regala una band in un ottimo stato di forma. La prima parte della tracklist non lascia mai respirare l’ascoltatore. “Stille Echoes”, il brano di apertura, fa piombare subito l’ascoltatore in uno stato di devastazione, grazie ad un sound massiccio unito alle accelerazioni tipiche del gruppo. Il cantato è sempre di alto livello, come d’altronde ci ha sempre abituato il possente Blythe. In questa prima parte l’unico brano “meno aggressivo” è “512”, uno dei più particolari del lotto, impreziosito da assolo dotato di una malinconica anima blues. Dopo questo intermezzo si riprende subito a martellare con “Embers”. A questo punto, tuttavia, l’album perde un po’ di tiro, ma è sempre un lavoro di alto livello.
Il secondo blocco dell’album parte con la feroce “Footprint”, capace di distinguersi per un ritornello molto orecchiabile che è sicuramente anche il suo punto di forza. Subito dopo questa sfuriata passiamo ad un altro brano particolare: “Overlord”, composto da una prima sezione connotata da un’atmosfera rilassata e blueseggiante, quasi malinconica, ed una seconda durissima: una formula sorprendente per il combo americano. Il resto dell’album scorre via in maniera intensa, tra brani molto divertenti ma assolutamente non impressionanti.
Insomma, questo VII: Sturm Und Drang sancisce un ottimo ritorno sulla scena da parte di una delle metal band più famose del globo. Peccato per una seconda parte un po’ meno ispirata della prima, ma comunque i Lamb of God con questo nuovo album evidenziano un grande stato di forma. Bentornati.
7.5
(Nuclear Blast, 2015)
1. Still Echoes
2. Erase This
3. 512
4. Embers
5. Footprints
6. Overlord
7. Anthropoid
8. Engage The Fear Machine
9. Delusion Pandemic
10. Torches