Dalla Romagna con furore, ecco l’esordio dei Lambs, quartetto dedito a quel blackened hardcore che, da qualche tempo a questa parte, sembra stia facendo fuoco e fiamme anche fra i fans della musica estrema della nostra Penisola. Non desidero assolutamente utilizzare questa sede virtuale per promuovere una ‘crociata’ personale contro certe etichette per generi/attitudini musicali che, talora, ritengo discutibili se non ridicole (il neologismo blackened hardcore/post-hardcore che sia rientra fra queste): sarebbe quantomeno uno sfogo sterile ed inutile, buono solo a ingolfare internet di ennesime, tristi malelingue virtuali. Parliamo, piuttosto, di musica, dal momento che l’EP dei Lambs, Betrayed from Birth, checché possa aver lasciato intendere poco sopra, m’è piaciuto veramente parecchio. Essendoci solamente tre canzoni nel lotto, mi lancerò in un obsoleto ma sempre suggestivo track-by-track.
Fear is Your Key – Attenzione, pericolo di spoiler. Questa, probabilmente, è la song che vale il disco. Il più classico dei debordanti calci d’inizio. Il pezzo parte con un mid tempo marziale a sostenere un riff acido, dissonante e teso: roba a cui il fan medio di Burzum è abituato da lustri e che sa che preannuncia solo cose belle; all’improvviso il tutto s’apre con poderosi breaks dal retrogusto ‘convergeano’, per poi risalire a melodie piacevolmente rubate a certo black metal norreno, intramezzate da deraglianti ma azzeccate dissonanze. Gli aficionados d’ultim’ora, più navigati su certa musica, troveranno certamente riferimenti a band come Cursed o GAZA; personalmente, specie sui blastbeats, ho scorso soluzioni che non stonerebbero su certi Taake o Satyricon. La grandezza di “Fear is Your Key” è decisamente essere più ‘blackened’ che ‘post-hardcore’: un saliscendi emozionale su varie modulazioni di disagio sul quale il frontman C. (chi mai sarà? In redazione stiamo tutti tremando; n.d.R.) si rivela l’arma vincente, non solo su questa canzone, ma nel platter intero, grazie ad uno scream straziante, emotivo, spesso più incline alla declamazione disperata che alla ricerca della metrica giusta sul riff giusto.
You Will Follow Me Down – Evitando battute facili facili sugli Skunk Anansie (oooops, l’ho fatta!; n.d.R.), il secondo pezzo, purtroppo, si rivela essere ad un livello più basso della opener. Forse, anche solo semplicemente per il fatto che, come appena affermato, “Fear…” è il diamante allo stato grezzo che emerge in quello scrignetto chiamato Betrayed from Birth. Non che la seconda traccia sia una song scarsa o che: se quella che la precedeva colpiva e coinvolgeva per essere uno tsunami di emotività e oscura violenza, “You Will Follow Me Down” è decisamente più piatta e monocorde, nonostante cerchi di coinvolgere con quei riff à la Deafheaven posti ciclicamente in apertura ed in chiusura; il tutto si basa su tempi lenti che possono richiamare alla memoria i già citati Converge e gli ultimi Breach, ma l’effetto un po’ prolisso tende ad emergere. Ancora una volta, il cantante C. sfodera una performance vocale fantastica, perfettamente a suo agio sui mid tempos, con quel suo sbraitare ai limiti del recitativo, ma purtroppo non basta per risollevare il tutto. Una maggiore amalgama fra i mood musicali coinvolti avrebbe decisamente giovato di più alla resa complessiva.
And Your Time Will Be Collapsed – Un attacco di feroci d-beat in pieno stile Iskra arriva come una mazzata fra capo e collo a risollevare l’attenzione e, anche in questo caso, il post-hardcore dei Lambs, si tinge, grazie al Cielo (o agli Inferi??), di nero, andando ad approdare su lidi (o fiordi??) svedesi di malvagità e oppressione ragguardevoli: infatti, l’incedere delle melodie e delle ritmiche, accompagnato dalla sempre ispiratissima voce del cantante, m’hanno riportato alla mente certi Shining. Anche l’arpeggio a metà pezzo si muove su queste coordinate, pur stravolgendo (positivamente) l’andamento umorale del tutto: malgrado il suono marcio delle chitarre, infatti, questo si muove su coordinate melodiche quasi pop-rock/shoegaze, per poi essere coronato da interventi vocali che non stonerebbero in una band ottantiana dedita al dark-wave più nichilista. Sicuramente questo è il momento in cui maggiormente il gusto e l’abilità d’arrangiamento danno quel quid in più alla canzone ed all’intero EP, ricordando a chi è in ascolto che non di sola precisione chirurgica e perizia tecnica vive il Buon Musicista. Il tutto esplode in un fragoroso crescendo nella quale emerge prepotentemente l’anima –core dei Lambs, con un finalone che parrebbe rubato da Kollapse dei Breach.
Interessantissimo ice-breaker in una scena affollata e in continua crescita. Aspettiamo questi signori a braccia aperte in vista d’un futuro full length.
(Drown Within Records, 2015)
1. Fear is Your Key
2. You Will Follow Me Down
3. And Your Time Will Be Collapsed