Inauguriamo oggi questa nuova rubrica, “L’angolo del Faro”, per dare maggiore spazio al nostro redattore più anziano (e, pertanto, più saggio). Da quando si è abbattuto come un ciclone sulla nostra redazione il Faro non ha mai perso occasione, con le sue recensioni ma soprattutto nelle conversazioni private, per raccontarci storie di vita vissuta provenienti dai “gloriosi Novanta” o, più semplicemente, “per mandarci a scuola”, grazie al suo fiuto da segugio che, una volta sopravvissuto agli anni Novanta, lo costringe ad andare sempre alla ricerca di quei gruppi che spesso si nascondono nelle zone più buie dell’underground internazionale. Abbiamo dunque pensato di condividere con voi la nostra fortuna: speriamo che questo spazio diventi anche per voi un piacevole appuntamento con la storia più sconosciuta della nostra musica preferita.
It Is I > Evolve (1994)
La band nasce nel 1991 in California ed è capitanata dal chitarrista Thomas Choi, già attivo negli Asbestosdeath (nati nell’ 1989 con Al Cisneros alla voce e al basso) e Noothgrush (nati in concomitanza con gli It Is I nel 1994) insieme ad una seconda chitarra, un basso e batteria. Nel 1994 esce Evolve, unico lavoro della band. L’esordio di questa band è contraddistinto da atmosfere doom, che spaziano tra un contaminato industrial e un più sporco sludge. La missione della band sembra essere quella di oscurare il cielo e gettare catrame sopra alle spiagge usando come armi l’ossessione , l’esasperazione e la negatività. Voci alienanti e spettrali alla Godflesh sbucano alle spalle come i peggiori nemici, mentre le chitarre creano riff accelerati e metallici che sottoforma di monoliti neri travolgono l’ascoltatore. Se siete amanti delle sonorità sludge più impure,pesanti e opprimenti, allora è il caso di ripescare questa perla nera targata anni Novanta, proveniente dal nulla, e inspiegabilmente ignorata da tanti.
Discombobulation > Roman’s Melancholia (2008)
Dalle prime note di “The Baffalo Hunter” arriva un pedante presagio, che in breve tempo prende sempre più forma con i pezzi a seguire, su tutti “Scarab”, “DawnIsGone”, “Thought” e la lunghissima “Lochness Spawn Of God”. I cinesi Discombobulation elaborano di tutto, da infernali gironi doom a incursioni sludge/prog, per riuscire a creare un mostro sonoro che arpiona e demolisce tutto. Le loro chitarre sono animali imbestialiti, che al posto di urla e grugniti emettono riff doom, assoli impazziti, suoni come motoseghe. La potenza di certi tempi e dei riff arriva addosso all’ascoltatore come picconate sulle ginocchia e badilate sulla schiena; se proprio vogliamo citare alcune band di riferimento, i nomi da fare sono certamente quelli di Coffins e Crowbar.
Tutto ciò che sta dentro a Roman’s Melancholia suona perfettamente forte e unico; la dimensione e la pesantezza di questo album è paragonabile alla Xoe Long (rompighiaccio cinese, definita Dragone Dei Ghiacci), che, maestosa e imponente, spacca il ghiaccio dei mari artici. Se pensate di aver ascoltato di tutto e di conoscere alla perfezione i generi citati procuratevi questo disco dei Discombobulation e alzate il volume. Dopo aver conosciuto questi immani, pesanti, imprevedibili cinesi vi ricrederete su ciò che pensavate.