È incredibile il successo che hanno avuto i Gojira in Francia e nel resto del mondo. Il combo francese ha davvero fatto scuola, soprattutto nella loro terra natia: tra i loro allievi possiamo annoverare i Livhzuena, attivi dal 2011, dei quali oggi recensiamo il debutto Dark Mirror Neurons. Per orientarvi al meglio, stiamo parlando di un complesso che ha come marchio di fabbrica un djent dalle influenze post metal.
La produzione dietro questo lavoro è di ottimo livello e riesce a tradurre al meglio la prova muscolosa del gruppo. Oltre a riff potenti si possono apprezzare dei bridge interessanti in tapping o in sweep picking, che, pur dimostrando grande tecnica, a volte sembrano galleggiare un po’ nel vuoto. Il riff iniziale della durissima “Wave The Banner” viene accompagnato da cori tanto angelici quanto maligni in background; la voce del frontman Franck, particolarmente hc, dona un senso di ignoranza e prepotenza che curiosamente non arreca danno ai pezzi. L’episodio più originale del lotto è certamente la titletrack, che sorprende con una chitarra acustica iniziale che viene soffocata lentamente dalle progressive distorsioni cupe e lente delle chitarre elettriche. Questo ultimo brano si dilunga per quasi nove minuti, cambiando umore in più sezioni: stupenda in particolare la parte isterica centrale, costituita da sweep picking e riffoni sincopati di stampo djent.
Senza dubbio Dark Mirror Neurons è un disco preciso, intelligente e a modo suo brutale. I nostri cugini transalpini stanno sfornando delle band molto interessanti da lanciare nel panorama internazionale. Chissà se questi Livhzuena riusciranno a farsi notare; per ora hanno partorito un disco molto godibile e speriamo che in futuro riescano a trovare un sound ancora più maturo e personale.
(Klonosphere Records, 2015)
01. Mars
02. Nälli
03. Wave The Banner
04. Shadows And Matter
05. Quantic Quake Monster
06. Void
07. Dark Mirror Neurons