Brano dopo brano i danesi LLNN, in questo Loss, con il loro sound spietato e compatto ci conducono dentro ad un labirinto di suoni che spaziano tra lo sludge pastoso e abrasivo dei Lord Mantis e i vagiti punk/hardcore dei Tragedy, per terminare con alcuni pesanti spasmi di dolore tipici dei Neurosis.
Oltre ad una voce davvero disperata e delle chitarre a tratti cristalline e pungenti, a tratti rallentate e “zanzarose”, evidenziamo la presenza di synth di bassa lega che hanno la capacità di emanare onde d’urto davvero magmatiche, spaziali e fluttuanti, donando personalità e trasportando l’ascoltatore in luoghi oscuri e desolati. Brani come “Loss” riesumano atmosfere apocalittiche, riportando per un momento la nostra mente al perfido e alienante Souls At Zero, riuscendo persino a farci apparire le ombre defunte dei magniloquenti Buried Inside, causandoci inoltre un senso di nausea poco piacevole; un presagio musicale che prende forma e concretezza in “Rapture” e “Monolith”, due mostri sonori che ingurgitano tutto.
Siamo di fronte ad una promettente band, proveniente dalla Danimarca, che con questo Loss lascia un bel segno. Sarebbe bello vederli live in una location al chiuso dove, sicuramente, sprigioneranno sulle nostre facce tutta la loro violenza sonora ad un volume talmente alto da fare piangere i muri e fare inginocchiare la gente.
L’album in questione non è particolarmente lungo (trenta minuti circa) ma necessita di diversi ascolti per essere assimilato in tutta la sua negatività e pesantezza, ed è consigliato a tutti quelli che pensano, come dicono i social e i mass media, che la Danimarca sia il paese più felice del mondo. Qui dentro gli LLNN la felicità la asfaltano, la seppelliscono sotto metri di catrame e letame. Avvisati.
(Pelagic Records 2016)
1. Rapture
2. Monolith
3. Calamity
4. Loss
5. Depths
6. Voyager