Il progetto Lua nasce in pieno lockdown da menti già impegnate, nella loro lunga carriera, in progetti storici per la scena emo/punk nostrana, quali Fine Before You Came e Do Nascimiento tra gli altri. Sotto questo moniker hanno svoltato gli orizzonti sonori proposti, mettendo momentaneamente in disparte l’unione tra introspezione e vigore presente nella musica dei progetti citati per focalizzarsi sul primo elemento con un’ottica più soave ed eterea. Nasce così Werner, un disco ambient di ottima fattura, che si può definire un mosaico di frammenti ben amalgamati tra loro. Non sazi, i Nostri hanno dato continuità al lavoro con Nube, un secondo album uscito per Marsiglia Records e General Soreness che amplifica le connotazioni del debutto, rendendole ulteriormente avvolgenti.
Lo stile di questo lavoro si presenta come un sottofondo ideale per una mente che scava a fondo tra riflessioni, pensieri e ricordi, costruendo scenari mentali in continua evoluzione e distaccando l’ascoltatore dal mondo terreno. Questi paesaggi sonori hanno caratterizzato anche il debutto, ma vengono qui riproposti con un ulteriore passo in avanti in quanto a uniformità dell’ascolto. I brani che compongono Nube nascondono molteplici sfaccettature, dai passaggi più misteriosi e nostalgici a quelli onirici e confortanti, con un senso di continuità che si fa particolarmente apprezzare, considerando la destrezza di ogni composizione nel risultare parte integrante del risultato finale. Questo risultato viene garantito da trame di sintetizzatori e pad eterogenee e accattivanti, che riescono a cogliere l’essenza di tutte le connotazioni presenti nella musica. Queste connotazioni possono avere interpretazioni varie a seconda dell’ascoltatore e del momento, com’è normale che sia vista la natura poliedrica e interpretativa dell’arte che in certi casi, e la musica ambient è uno di questi, viene amplificata. Rimane però sempre impressa l’anima evocativa di Nube, a prescindere dall’interpretazione che gli si dà, così come la sua completezza come lavoro e il valore delle sue composizioni, che tra l’altro si legano molto bene con l’immagine di una nuvola e del fascino che può nascondere.
Dai tocchi nostalgici di “Galaverna” alla beatitudine della conclusiva “Föhn”, passando per gli accenni più misteriosi di “Il prossimo autunno” e mantenendo sempre in primo piano un’anima introspettiva, Nube è un lavoro immersivo e completo, allo stesso tempo immediato e sfaccettato. Una convincente conferma della qualità di questo progetto.
(Marsiglia Records, General Soreness, 2024)
1. Galaverna
2. Bucaneve
3. I fuochi di Sant’Elmo
4. Il prossimo autunno
5. Föhn