Dopo un paio di dischi che avevano lasciato scorgere indubbie qualità, seppur mai convincenti appieno, ecco che la band greca torna a farsi sentire, dopo ben sette anni dal precedente lavoro in studio, con quello che, allo stato attuale delle cose, rappresenta certamente il loro apice creativo. The Illuminant, che già dal titolo sembra voler affermare a gran voce quanto da me appena asserito, è il disco più articolato e coeso scritto fino ad ora dalla band ateniese. Laddove i precedenti album, sebbene presentassero un lotto di brani ben fatti, ineccepibili sotto una deontologia black metal di stampo classico, ugualmente riuscivano a perdersi un po’, non avendo dalla loro una perfetta quadratura del cerchio, ecco che con questo terzo disco tutto viene spazzato via.
Finalmente George Emmanuel – noto per i suoi trascorsi tra le fila di Rotting Christ e Necromantia – leader del gruppo, è riuscito a trovare un bilanciamento all’interno del songwriting, andando a comporre un album che offre una serie di brani invero ottimi. Il black metal classico viene celebrato alla grandissima, abbiamo tutti i cliché del genere che non sfociano mai in esercizi di stile, con la giusta dose di irruenza e malignità. The Illuminant, nonostante un titolo ottimista, è permeato dall’oscurità che viene declinata in vari modi. Con una produzione di alto livello, che permette così di gustare la rotondità del sound dei Nostri, questo nuovo lavoro è una mazzata tra i denti. Questo accade perché, nonostante i frequenti break atmosferici, le melodie che vanno ad infarcire di morbosità ogni singola traccia, e un forte connotazione sinfonica ed etnica (l’odore salmastro del Mediterraneo, così distante dalle fredde acque del Nord Europa) George Emmanuel e soci padroneggiano sapientemente il black metal, inteso come germoglio, dal quale riescono a sviluppare e manifestare tutta la propria apertura mentale, senza impantanarsi nelle paludi nero pece delle precedenti uscite discografiche.
The Illuminant non va a riscrivere un genere, questo è ovvio; indiscutibilmente ci troviamo tra le mani un buon lavoro di musica estrema, ben suonata, ben concepita, in bolla tra ferocia e melodia, vigore ed introspezione.
(Agonia Records, 2025)
1. Antichrist
2. As Bestas
3. The Serpent And The Rod
4. Ichor
5. Righteous Flama
6. Curse
7. The Heavens Die
8. And All Is Prelude