Il quintetto australiano Make Them Suffer, dopo una piccola modifica della line-up e dopo aver firmato per la Rise Records, si presenta al grande pubblico con una nuova veste musicale. Questo Worlds Apart segna definitivamente l’addio al loro blackened deathcore sinfonico degli esordi a favore di un metalcore certamente più leggero, ma non per questo scialbo e poco accattivante. Il materiale proposto, al contrario magari di quanto si possa credere, è molto complesso e carico di pathos ed emozioni, anche se a volte le soluzioni trovate non vanno sempre a genio.
Se dovessimo attribuire un aggettivo all’album sarebbe sicuramente “etereo”, in quanto è molto presente l’idea del viaggio. Questo lavoro si inserisce molto bene nella fase attuale delle band core ovvero diversificarsi il più possibile dall’enorme massa di cloni. Le influenze sono tante e spesso si incastrano bene tra di loro, ma a volte peccano di superbia. I brani pregiati della loro terza opera sono certamente “Vortex”, canzone violenta che sfocia quasi in un technocore, “Power Overwheliming”, che sembra avere un’attitudine di fine anni ‘90, ricordando a tratti i KoRn, e dulcis in fundo “Firework”, che completa questo trittico di brani originali ed accattivanti. Sean Hermanis è in ottima forma, i suoi scream sono sempre glaciali e perforanti ed è ben coadiuvato dalla nuova, bellissima, tastierista e cantante Booka Nile che arricchisce il lavoro con una voce incantata. Le chitarre acide sono nella norma, a questo giro non hanno prodotto chissà quali riff memorabili, pare che si siano accontentati del compitino, stesso discorso per la sezione ritmica, forse l’elemento più deludente del disco.
Gli australiani di Perth hanno prodotto in fin dei conti un buon disco, perseguendo sempre la strada del cambiamento, del farsi riconoscere mantenendo il proprio stile. Hanno perso un po’ di impatto e forza bruta, questo è fuori di dubbio, ma la loro fatica è tutto sommato discreta. È ancora da vedere che strada prenderanno, ma dal prossimo disco devono far vedere di che pasta sono fatti e che cosa vogliono fare da grandi. Rimanere nel limbo sarebbe letale.
(Rise Records, 2017)
01. The First Movement
02. Uncharted
03. Grinding Teeh
04. Vortex (Interdimensional Spiral Hindering Inexplicable Euphoria)
05. Fireworks
06. Contact
07. Power Overwhelming
08. Dead Plains
09. Save Yourself