Mansur è il nuovo progetto nato dall’incontro tra Jason Köhnen (ex The Kilimanjaro Darkjazz Ensemble), Dimitry El-Dermedashi (ex Phurpa) e la cantante Martina Veronika Horvath, già ospite nell’ultimo lavoro di Thy Catafalque. Uscito lo scorso dicembre per Denovali Records e preceduto dall’EP Temple di qualche mese prima, Karma è un disco composto da dieci brani che confluiscono in un’efficace amalgama di ambient-elettronica e sonorità cariche di misticismo orientale.
Apre il disco “Aurelius”, un canto solitario e sincero di voci sovrapposte della bravissima Horvath che pone immediatamente l’ascoltatore in un mood quasi estatico, preparandolo ad intraprendere un viaggio verso l’ignoto che incombe. Contrariamente ai mantra ritualistici dei Phurpa, o alle atmosfere più rarefatte e surreali di Kilimanjaro Darkjazz Ensemble, in Karma prevalgono melodie più facilmente connotabili e fruibili, volte a favorire un processo di introspezione e meditazione preservando lucidità e concentrazione. Strumenti tradizionali come il duduk armeno, il ney persiano e l’ehru cinese si inseriscono perfettamente in contesti elettronici regolati da beat techno e dub come avviene in “Faustina”. Numerose sono le influenze più o meno riconoscibili durante l’ascolto di Karma. Dagli OM di Advaitic Song al jazzista Anouar Brahem, passando per il trip-hop dei Massive Attack come ad esempio in “Temple II [Sympatheia]” o nella bellissima “Premeditatio Malorum” in cui i nostri riescono a condensare in pochi minuti un caleidoscopio di generi disparati che disorienta e affascina senza dare punti di riferimento a chi ascolta.
Atmosfere cangianti trasposte in musica che raffigurano un mondo futuribile idealmente rappresentabile come ibridazione culturale fuori controllo. Passato e futuro sembrano annullarsi reciprocamente in Karma, sciogliendosi in una mescita di generi densa e omogenea che tratteggia un presente fluido in cui sopravvivenza significa soprattutto abbattimento di confini e catalogazioni. Karma è un disco ambient di immediatezza soltanto apparente, che necessita di diversi ascolti per poterne scoprire ed assimilare appieno le sue numerose sfaccettature. Un lavoro che grazie al suo eclettismo riesce a mascherare i pochi momenti meno convincenti caricandosi di quel fascino che è proprio dell’inesplorato che, parafrasando una lezione dell’astronomo Carl Sagan, aspetta solo il momento giusto per essere scoperto.
(Denovali Records, 2020)
1. Aurelius
2. Temple II [Sympatheia]
3. Amor Fati
4. Memento Mori
5. Limina
6. Logos
7. Pathos
8. Premeditatio Malorum
9. Faustina
10. Eudaimonia [Amor Fati II]