Per chi come me ama e segue i Mastodon fin dagli albori, una nuova release significa attendere voracemente una nuova avventura da divorare, ripercorrere, su cui riflettere e sulla quale trarre delle somme con il passare del tempo. E’ molto difficile che un lavoro della band americana sveli tutto in pochi ascolti, così come è molto difficile che i Mastodon deludano, musicalmente parlando. Hushed and Grim non fa eccezione, il primo approccio svela una qualità enorme, in alcuni punti mette dei brividi imponenti, ti incolla per tutta la sua lunga durata all’ascolto e con i successivi ascolti si svela, e cresce pian piano, come una marea inarrestabile. La musica dei Mastodon ha preso diverse direzioni negli anni, e come giusto, i fan hanno diversi punti di vista in merito. Io personalmente mi colloco in quella fetta che ama tutto il prodotto dalla band, ma che è stregato dal punto della loro carriera in cui il lato cupo e atmosferico l’ha fatta da padrone a discapito di violenza cruda prima e psichedelia giocosa dopo. Hushed and Grim mi riporta a ciò che ho amato di più, ma senza essere una sorta di carta carbone di Crack The Skye, piuttosto un nuovo punto di vista della band riguardo il loro lato più malinconico e tenebroso.
Questo doppio album mi ha colpito in diversi modi, e la varietà con cui costruisce la longevità necessaria a rimanere interessante per quasi un’ora e mezza, è sicuramente il primo punto di riflessione che mi viene in mente; Hushed and Grim contiene degli estremi di banda veramente distanti, più di quanto i Mastodon abbiano mai fatto in un loro lavoro. Si oscilla costantemente fra il loro lato più brutale, antico e mastodontico e le derive blues, country e surf rock che generano momenti degni di ballad epocali. Tutta questa varietà messa a servizio di una malinconia costante, a volte velata e altre volte no, ma che non lascia più spazio a quel lato funk e giocoso che a volte Sanders e soci hanno saputo sfoggiare nel corso della loro folgorante carriera. Questo tema più scuro e profondo emerge in più punti in modo molto evidente e fa da collante per la sensazione generale, pezzi come “Skeleton Of Splendor” appunto, avviluppano l’ascoltatore senza lasciare scampo. Gli altri elementi a creare una texture estremamente eterogenea ma azzeccata e mai fuori posto, sono i rimandi al prog anni Settanta, che fa capolino qua e la, donando un retrogusto di tributo da parte dei Mastodon alle loro influenze più colte.
Hushed and Grim è un disco in cui c’è tutto, dai riff spaccaossa storti e pesanti alla delicatezza degna di una ninnananna, un disco in cui è presente l’enorme personalità dei membri della band ma è costellato di bellissime guest, che aggiungono spezie sempre diverse, un disco con dei singoloni spettacolari ma che nella sua interezza è delizioso, privo di filler, musica di enorme atmosfera e fruibilità ma dal contenuto virtuoso a volte ben mascherato da arrangiamenti dal grande impatto; insomma un album capace di avere diverse facce ma che riesce a convincere ad ampio spettro, senza compromessi. Dulcis in fundo, quello che piuttosto di uno spoiler vuole essere una raccomandazione, la parte finale del disco è emozionante, un crescendo pazzesco che mi ha trascinato dalla malinconia confortevole di tutto l’album alla sincera commozione: “Gobblers of Dregs”, “Eyes of Serpents” e “Gigantium” fanno un terzetto che ti spezza il cuore, un finale di album veramente da pelle d’oca. I nostri mastodontici menestrelli hanno rifatto il colpaccio, con un album che scala rapidamente la mia personale classifica di preferenze nella loro discografia, i mostri sacri sono al sicuro ma Hushed and Grim è sicuramente una perla importante.
(Reprise, 2021)
01. Pain with an Anchor
02. The Crux
03. Sickle and Peace
04. More than I Could Chew
05. The Beast
06. Skeleton of Splendor
07. Teardrinker
08. Pushing the Tides
09. Peace and Tranquility
10. Dagger
11. Had It All
12. Savage Lands
13. Gobblers of Dregs
14. Eyes of Serpents
15. Gigantium