Il periodo pasquale all’Altroquando di Zero Branco (TV) significa solo una cosa: Maximum Festival. L’evento è tipicamente appuntamento fisso a Pasquetta, ma in alcune delle ultime edizioni è stato ampliato anche in altre giornate, come in questo 2023. Per la prima giornata di festival di questa edizione la collaborazione tra Go Down Records e Trivel aveva inizialmente programmato l’esibizione di cinque gruppi veneti tra cui spiccavano Messa e Stormo. Entrambe le band, sfortunatamente, per problemi di salute, hanno dovuto posticipare la propria esibizione al 24 giugno, ma gli organizzatori non si son fatti prendere dallo sconforto, allestendo comunque un’ottima serata, onorata al meglio dagli altri gruppi precedentemente annunciati (Minatox69, The Frog e The Brokendolls) e dai Quiet Confusion, annuncio last minute.
Ai Minatox69 l’arduo compito di aprire le danze, di fronte a un pubblico inizialmente freddo, che però si è fatto velocemente coinvolgere ed è diventato numeroso nel corso della serata (fattore non scontato visti i due forfait citati in apertura). Il gruppo da Bassano del Grappa autodefinisce il proprio sound come “aggressive metal”, e questa descrizione rende l’idea del suo impatto dal vivo. Prendendo a piene mani principalmente da thrash e groove metal, con qualche accenno death metal nei passaggi più feroci, i Nostri hanno premuto subito sull’acceleratore. I brani estratti principalmente dal loro album Collapse (2020), senza disdegnare qualche pezzo inedito presentato in anteprima, sono sicuramente un buon modo per far iniziare la serata con irruenza: il sound del quintetto non eccelle per personalità, ma in sede live ha dimostrato di cavarsela bene.
Durante il corso della serata si sono susseguite sonorità differenti, accomunate dalla coinvolgente resa live, e a dimostrarlo fin da subito ci hanno pensato i veronesi The Frog. Quello del duo basso e batteria è un connubio avvincente tra punk e heavy/thrash metal, non particolarmente sofisticato ma dritto al punto e abile nel non ammorbare. Chiaramente l’assenza di una chitarra preclude abbastanza possibilità dal punto di vista compositivo, ma col sound massiccio che viene proposto questa mancanza non si fa sentire, e l’energia sprigionata fa sì che nessun momento risulti fine a sé stesso. Durante la loro esibizione c’è spazio sia per i brani presenti nei due EP Bovolone Frog City (2016) e Unstoppable Tractor (2017) che per il più recente singolo “Quick Walk”, suonato in apertura, mentre per concludere c’è spazio anche per un accenno di “I’m Broken” dei Pantera, riferimento che si lega bene con lo stile accattivante del duo e che viene apprezzato dal pubblico.
Terzi a salire sul palco sono i Quiet Confusion, il cui annuncio è arrivato il giorno prima dell’evento in sostituzione dei Messa, e le trame blues che quest’ultima band propone in secondo piano sono invece elemento fondamentale per il quartetto veronese che ha suonato. Con il loro concerto si torna indietro nel tempo grazie a delle atmosfere settantiane carismatiche, che dominano nel loro intreccio sonoro tra stoner rock e blues. Una performance solida, travolgente e a tratti psichedelica quella messa in atto, durante la quale i Nostri hanno potuto sfoggiare tutto il potenziale del loro repertorio. Le trame strumentali delle loro composizioni si legano alla perfezione, sorrette soprattutto da una sezione ritmica encomiabile, e durante la mezz’ora a loro disposizione è difficile non farsi coinvolgere.
Per concludere questa montagna russa di sonorità mancano solo i The Brokendolls, quintetto all’insegna di un hard rock misto a punk che sicuramente in sede live ha un’ottima resa. La band, attiva dal 2007, in questi anni ha fatto progressi non indifferenti, comprovati dalla partecipazione del pubblico fin dalle prime canzoni. Oltre alla vigorosa esecuzione dei vari brani, si fa notare la confidenza dei Nostri sul palco, con il cantante David Lee Ross che non si concede attimo di tregua e gli altri membri lo seguono a ruota, mettendo in mostra una buona sinergia. Da citare anche la comparsa di un ospite mascherato sul palco che, ormai vicini alla chiusura dell’evento, ha aggiunto un tocco scenico e scintillante al tutto con l’aiuto di una motosega. Tra ritmiche avvincenti e assoli sferzanti, il quintetto ha sfruttato al meglio i 45 minuti a propria disposizione, con un’esibizione avvincente che ha preso a piene mani dai vari lavori pubblicati nel corso della loro carriera senza focalizzarsi su un disco in particolare.
Quella che ha dato il via al Maximum Festival è stata una serata che sembrava tormentata dalla malasorte, ma per merito degli organizzatori e delle band che hanno suonato si è rivelata comunque soddisfacente. Un plauso a loro per la tenacia nell’imbastire comunque un evento da cui difficilmente i presenti sono tornati a casa delusi.